Saldi Teramo, sconti al 50% ma i negozi sono semivuoti
Partite le vendite ma il mito è tramontato: pochi euro da spendere. Da Topitti a Da Rui e Cozzi: "Meglio liberalizzare i prezzi tutto l’anno"
TERAMO. «I saldi? Non hanno più senso», il coro è unanime. Nel giorno dell'avvio delle svendite gli addetti ai lavori esprimono dubbi sulla reale efficacia di questo strumento.
I clienti aspettano gli sconti per fare acquisti, i negozianti sperano di recuperare almeno in parte i mancati incassi del periodo natalizio ma quelli che una volta erano i "saldi di fine stagione" ora rappresentano una contraddizione che finisce con l'essere controproducente. «Quest'anno in particolare non hanno senso», spiega Antonio Topititti, presidente provinciale di Confesercenti, «già prima di Natale le famiglie erano a corto di risorse, con tredicesime e incentivi economici destinati a saldare morosità, Imu e addizionali fiscali». Per gli acquisti è rimasto ben poco, per cui le feste sono state all'insegna della parsimonia. Secondo Topitti, inoltre, i consumatori si sono già indirizzati verso quelle attività che hanno avviato in anticipo le vendite promozionali. «I saldi avrebbero più senso a fine stagione vera, in inverno da metà febbraio e in estate da dopo ferragosto», spiega il presidente di Confesercenti, «l'unico dato positivo di quest'anno è che le svendite sono partite lo stesso giorno in quasi tutte le città». Il sistema delle vendite a prezzi scontati imporrebbe un cambiamento radicale di rotta. «Sarebbe meglio liberalizzare del tutto le promozioni così ogni attività si assume la responsabilità della scelta», spiega Giancarlo Da Rui, presidente del centro commerciale naturale "Shopping in Teramo centro", e della Confesercenti comunale, «anche perché il periodo delle vacche grasse è finito e i margini di guadagno sono limitatissimi».
Il vero e unico problema è che i clienti hanno pochi soldi in tasca. «Già prima di Natale chiedono lo sconto», afferma, «e se il negoziante non lo concede aspettano i saldi che iniziano a feste non ancora finite». Ma anche la liberalizzazione a lungo termine non porterebbe benefici. Questo effetto si è visto con la sperimentazione decisa dalla Regione che per un periodo ha dato il via libera agli sconti. «L'impatto positivo c'è stato solo nella prima fase», osserva Da Rui, «perché si trattava di una novità ma subito dopo è scemato».
Invoca regole certe Dario Sfoglia, presidente di Federmoda e vicepresidente di Confcommercio: «E' necessario aprire un tavolo per ripensare i saldi», evidenzia, «per ora prendiamo quel poco che arriva nella consapevolezza che i consumatori devono risparmiare». Le svendite al 50%, però, erano opportune quando a fine stagione rimanevano pochi capi. «Cerchiamo di sfruttare tutte le opportunità», conclude Sfoglia, «per compensare le perdite di Natale che nel settore abbigliamento hanno toccato cali nelle vendite anche del 40%». Secondo l'assessore al commercio Mario Cozzi l'unica soluzione è ridare potere di acquisto alle famiglie. «Il problema non è il periodo in cui si fanno i saldi», dice, «che comunque offrono ai negozianti qualche piccola occasione in più per recuperare le perdite». Anche l'amministratore ritiene quindi necessarie regole certe. E conclude: «A questo punto sarebbe meglio lasciare le promozioni libere».
(g.d.m.)
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