San Giuseppe, l’avviso pubblico contestato dai costruttori Aniem 

Il presidente Marcozzi: «I criteri scelti dal Comune non tutelano le imprese del nostro territorio, anzi rischiano di escluderle. Invitiamo tutti a non aderire e chiediamo un confronto con l’ente»

TERAMO. Il tempo di pubblicare l’avviso pubblico della manifestazione d’interesse per i lavori post-sisma nella scuola dell’infanzia e primaria San Giuseppe, la prima grande opera della ricostruzione pubblica in città, ed è subito polemica. Secondo l’Aniem, associazione di costruttori aderente a Confapi, «le scelte del Comune penalizzano le imprese teramane».
Sostiene Enzo Marcozzi, presidente di Aniem Teramo: «Apprezziamo lo sforzo dell’amministrazione nel ricercare elementi oggettivi per l’individuazione degli operatori economici da invitare alla successiva procedura di gara che tutelino le imprese del territorio, ma riteniamo che l’obiettivo non sia stato assolutamente raggiunto: i criteri scelti restringono in modo eccessivo la partecipazione. Le scelte fatte rischieranno purtroppo di escludere gran parte delle nostre imprese potenzialmente interessate alla procedura di gara. Il criterio del fatturato e le modalità d’individuazione delle imprese da invitare non possono certamente essere condivisi, esiste già l’attestazione Soa e prevedere requisiti ulteriori come il fatturato è penalizzante oltre che non ammissibile. Oltretutto viene richiesto un fatturato specifico degli ultimi cinque anni su una determinata categoria, quando tutti sanno che tra la crisi pandemica e successivamente i lavori del Superbonus i ricavi delle imprese hanno subito delle importanti modifiche. Sulla scelta di invitare le ultime due in graduatoria invece facciamo addirittura fatica a darci una spiegazione… Inoltre, è stato scelto come criterio di aggiudicazione quello del “minor prezzo”. Premesso che tale criterio va a discapito della qualità del lavoro, non capiamo perché le imprese invitate saranno solo sei: il criterio scelto consente infatti di assicurare le esigenze di celerità e speditezza del procedimento anche con 20/30 imprese invitate, non necessitando nessuna verifica tecnica delle offerte, pertanto le imprese da invitare dovevano e dovranno essere di più».
Marcozzi conclude: «Se da imprenditore esprimo il mio rammarico per l’occasione sfumata, come presidente di un’associazione di costruttori mi auguro che tanti colleghi associati e non associati non rispondano alla manifestazione di interesse, sarebbe il segnale inequivocabile dell’abbaglio preso dal Comune e dai suoi dirigenti. Ci auguriamo di confrontarci al più presto con l’amministrazione per poter dare il nostro contributo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA