Sanità, oncologia a Teramo: ecco il rapporto Chiodi

Dossier della direzione delle politiche della Salute: reparto efficiente ma abnorme percentuale di ricoveri inappropriati

PESCARA. Un numero eccessivo di ricoveri inappropriati e una dislocazione sbagliata dell'ambulatorio oncologico: sono i due rilievi principali emersi dall'ispezione condotta, per conto del presidente della Regione, Gianni Chiodi, in un reparto delicatissimo come l'Oncologia dell'Ospedale Mazzini di Teramo, nelle settimane scorse al centro di clamorose proteste, tra cui un sit-in e uno sciopero della fame.

L'indagine, condotta da Angelo Muraglia, della Direzione Politiche della Salute, è stata trasmessa a Chiodi, che è anche Commissario straordinario ad acta per la Sanità, martedì 12 febbraio.

Il rapporto in questione fotografa l'efficienza del reparto teramano, diretto dal dottore Amedeo Pancotti, anche in confronto con gi altri servizi oncologici della Regione (si veda la tabella qui a fianco).

Le criticità sulle quali intervenire subito sono risultate, come si diceva, soprattutto due.

1) La mancata allocazione dell'ambulatorio oncologico all'interno del Day Hospital, che, secondo Muraglia, «consentirebbe la contemporanea e sinergica presenza di almeno due unità mediche a vantaggio di tutto il servizio erogato, favorendo anche un più agevole smaltimento dell'utenzain attesa di dimissione».

In sostanza: in un reparto che è formato da soli sette medici, direttore compreso, la cattiva dislocazione delle strutture causerebbe una dispersione delle risorse, con ripercussioni negative sulla capacità di dimettere i malati oncologici in tempi accettabili.

Dimissione che, scrive Muraglia, «deve essere effettuata insicure ed idonee condizioni climatiche cliniche dopo un periodo diosservazione del paziente».

Al momento il Day Hospital oncologico del Mazzini assicura mediamente 25 chemioterapie al giorno.

2) L'abnorme percentuale di quelli che i protocolli regionali ritengono “ricoveri inappropriati” sul totale delle degenze nel reparto del dottor Pancotti.

Evidentemente si tratta di pazienti che potrebbero essere trattati diversamente, evitando di gravare su una struttura che può contare soltanto su dodici posti letto.

Del resto il confronto con gli altri reparti oncologici della regione è eloquente (vedi tabella): il San Salvatore dell'Aquila e lo Spirito Santo di Pescara sono su percentuali risibili, mentre il Santissimi Filippo e Luigi di Avezzano registra un 11,5%, comunque ben lontano dal 21,6% del noocomio teramano.

Attenzione, però: la qualità dei ricoveri non dipende soltanto da chi gestisce un reparto, ma fa riferimento anche alla qualità della rete di assistenza esterna, fatta da medici di base, volontariato e altre entità ancora.

Che cosa succederà oggi?

Lo scenario più verosimile è che ai vertici del Mazzini, con il direttore sanitario, Gabriella Palmeri. e il direttore generale Giustino Varrassi (peraltro in scadenza a novembre), venga accordato qualche mese per rimuovere le anomalie riscontrate in un reparto così delicato.

Nel frattempo dovrebbe arrivare in porto anche il progetto dell'Hospice per malati terminali.

E la Regione finalizzare l'atteso Registro delle malattie oncologiche, per avere dati attendibili sulla diffusione dei tumnori nella nostra regione.

(cr.re.)

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