Sant'Omero, topi in ospedale

La Asl interviene con le trappole, presi due grossi ratti

SANT'OMERO. Da qualche giorno in alcuni reparti dell'ospedale erano state avvistate inquietanti tracce del loro passaggio. Poi dalle tracce si è passati a veri e propri avvistamenti. I topi hanno conquistato il "Val Vibrata".

Finora sono diversi i settori e reparti in cui sono stati visti gli indesiderati inquilini: il pronto soccorso e il reparto di ostetricia e ginecologia. E qualcuno giura di aver trovato segni del loro passaggio anche in chirurgia generale. Personale e pazienti sono in fibrillazione: girare per corsie, camerate e ambulatori con il pericolo di incontrare un topo, e magari con il rischio di ricevere qualche morso, non è una prospettiva tranquillizzante. Peggio ancora stare in un letto, malati, in camerate dove si potrebbero ricevere visite poco gradite dai roditori.

«Da qualche giorno frequento assiduamente l'ospedale Val Vibrata in quanto assisto un mio parente ricoverato», esordisce A.M., una donna di Civitella, «e ci sono continui allarmi per avvistamenti di topi. Non è possibile vivere in reparti in cui ci sono i topi. Di notte si dorme con le serrande abbassate per il timore che entrino dalle finestre, visto che si sospetta che corrano sui tetti. E con il caldo non è piacevole. Qui», continua la donna, «si dice anche che qualcuno si sia ritrovato un topo passeggiare sulla testa. Non lo devo ricordare io ai dirigenti dell'ospedale che i topi portano malattie e che in ospedale è ricoverata gente che non sta bene, quindi è più vulnerabile alla loro presenza. Sento i commenti dei ricoverati: hanno paura persino a scendere dal letto».

La Asl, a dire il vero, dopo le segnalazioni è intervenuta. L'altroieri ha sistemato alcune trappole nei posti in cui sono avvenuti gli avvistamenti. Un paio sono scattate e hanno preso due grossi ratti, ma altri topi continuano a circolare per l'ospedale. «Ci vuole un piano di derattizzazione serio, che riguardi l'interno e l'esterno dell'ospedale, altro che qualche trappola», aggiunge la parente del degente del "Val Vibrata", «la Asl non può cavarsela così. E' un serio problema igienico-sanitario, e i dirigenti della Asl dovrebbero saperlo per primi».

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