Santoleri, niente sepoltura dopo 40 giorni 

La salma resta in obitorio: i familiari rinunciano ad occuparsi del funerale del 74enne suicida in cella

TERAMO. L’unica certezza, al momento, è che le procedure avviate si sono concluse con una formale rinuncia da parte dei familiari ad occuparsi dei funerali: a 40 giorni dalla morte la salma di Giuseppe Santoleri resta all’obitorio dell’ospedale teramano. Molto probabilmente, così prevede la legge in questi casi, ad occuparsi della sepoltura sarà il Comune. Il 74enne pensionato giuliese, detenuto nel carcere di Castrogno per scontare una condanna definitiva a 18 anni per aver ucciso insieme al figlio Simone (condannato a 27 anni e in carcere a Frosinone) la ex moglie Renata Rapposelli, pittrice di Chieti, nella notte tra venerdì 14 e sabato 15 giugno si è ucciso nella sua branda di soffocandosi dopo aver stretto un pezzo di corda alla sponda del letto. Da qualche tempo gli erano stati diagnosticati il morbo di Parkinson, demenza senile e depressione. Il suo avvocato Federica Di Nicola (che aveva iniziato ad assisterlo dal processo d’appello) proprio sulla base delle condizioni di salute certificate da una consulenza di parte e da una relazione del carcere, aveva presentato al tribunale di sorveglianza dell’Aquila un’istanza per fargli scontare la pena in una residenza sanitaria assistita che aveva già dato la sua disponibilità. Nell’udienza svoltasi nei primi giorni di giugno, la seconda nell’arco di qualche mese, il tribunale aquilano aveva rinviato a luglio chiedendo una nuova relazione al carcere sulle condizioni dell’uomo.(d.p.)
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