Schiamazzi, bar condannato

Due vicini avranno un risarcimento per le notti insonni

TERAMO. Hanno vinto la loro battaglia per conquistare un sonno tranquillo. Sono due vicini di un frequentato bar in centro, il bar del Carmine, che è stato condannato dal giudice monocratico Angela Di Girolamo per "disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone". La sentenza stabilisce il pagamento di un'ammenda e un risarcimento ai due vicini.

Tutto nasce da una serie di esposti e denunce per schiamazzi che si protraevano fino a tarda notte. A fine 2007 la procura ha dato incarico all'Arta di fare i rilievi fonometrici, da cui è risultato che venivano superati i limiti imposti dalla legge. In realtà simili verifiche erano state già fatte in passato, ma il bar aveva sanato l'irregolarità con un'oblazione. Possibilità negata, nel secondo caso, dal giudice visto il perdurare del problema. In alternativa il bar avrebbe potuto offrire un indennizzo ai vicini costretti a notti insonni e munirsi di vigilantes per evitare schiamazzi.

Ma visto che questo non è stato fatto, si è arrivati al processo e alla condanna: secondo una sentenza della Cassazione il titolare di un esercizio è responsabile anche del comportamento degli avventori nelle immediate vicinanze del locale. «Dopo anni passati a fare querele e denunce», commenta Pietro Ferrari, uno dei vicini che si è costituito parte civile, difeso da Giacinta Cingoli, «i residenti di piazza del Carmine e via Stazio hanno trovato giustizia.

Quella giustizia invano sperata dagli amministratori comunali. Il sindaco, autorità di pubblica sicurezza, promise in campagna elettorale che tutti i bar aperti fino a tardi avrebbero dovuto dotarsi di vigilantes. Non è avvenuto. La dilatazione eccessiva degli orari di chiusura costringe i residenti a subire autentiche vessazioni, dannose per la salute». (a.f.)

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