«Scioperiamo per 19mila nuovi poveri»

Cgil, Cisl e Uil presentano i nuovi dati shock dell’economia teramana, domani mattina manifestano in largo San Matteo

TERAMO. Uno sciopero di quattro ore per protestare contro la legge di stabilità ma anche per tornare a riflettere sulla crisi in provincia di Teramo.

Cgil, Cisl e Uil organizzato per domani, dalle 10 alle 14, un presidio di lavoratori in largo San Matteo e avranno un incontro con il prefetto, Valter Crudo, per spiegarli quali sono le proposte del sindacato per uscire dalla crisi. Il segretario provinciale della Cisl, Antonio Scuteri, sintetizza così le idee del suo sindacato: «è necessaria una riduzione shock delle tasse, finanziato dai tagli nei costi della politica e degli sprechi ma anche dalla lotta all’evasione e al lavoro nero che a Teramo, ad esempio, rappresentano il 31% del Pil, cioè 2,5 miliardi di euro».

A livello locale, Scuteri descrive la situazione della provincia in cui le famiglie «soffrono, in media hanno un reddito di mille uro»: 18.902 famiglie sono in stato di povertà, 9.966 anziani con una pensione inferiore a 599 euro, 13mila disoccupati, di due il 27% giovani. A questi si aggiungono i precari, con 50mila assunzioni e licenziamenti in un anno. Per questo Scuteri parla della necessità di un rilancio del settore manifatturiero che fino a qualche tempo fa occupava in provincia il 42% della forza lavoro. Annuncia che la consulta del patto per lo sviluppo in Regione ha stanziato 2 milioni per le aree di crisi, dunque anche per la Vibrata. «Ma non sono sufficienti, sono necessari 20 milioni», dichiara.

E a proposito della Vibrata, i tre sindacati stanno organizzato un incontro, a fine mese, con i parlamentari teramani, il governatore e un consigliere regionale d’opposizione per capire quali sono le strategie per agganciare la ripresa in provincia di Teramo. «Non consentiremo a nessuno di farsi campagna elettorale», osserva il segretario provinciale della Cgil Dario Di Dario, «con annunci smentiti dai fatti. La ripresa non è un fatto scontato e per ora a Teramo non c’è: se non ci saranno interventi regionali a sostegno della produzione non la agganceremo». A sostegno di quanto dice, Di Dario cita dati aggiornati a fine ottobre: sono state autorizzate 3 milioni 257 ore di cassa integrazione ordinaria, quasi 3 e mezzo di straordinaria, uno e mezzo di Cig in deroga, per un totale di 8 milioni 243mila ore. E’ la seconda situazione più grave in Abruzzo, dopo Chieti. Il segretario della Uil, Gianluca Di Girolamo oltre a criticare la legge di stabilità parla della necessità di un momento di riflessione «per la provincia di Teramo e l’Abuzzo: ci siamo vantati di essere la prima regione ad autorizzate i Fas, ora siamo quasi gli ultimi a utilizzarli. L’incontro di fine novembre è finalizzato ad avere impegni reali delle istituzioni, altrimenti non ci limiteremo a questa iniziativa. I tempi del lavoro non sono quelli della politica. Lo stesso chiediamo alle imprese, sulla loro capacità di progettare il rilancio del Teramano. Il credito dovrebbe fare la sua parte, anche se il contesto è complicato, anche in funzione della vicenda Tercas».

©RIPRODUZIONE RISERVATA