Sciopero alla Montefiore: cinque stipendi non pagati
Sant’Egidio, da lunedì gli operai per cinque giorni non andranno in fabbrica Cgil e Uil: «L’azienda non mantiene gli impegni, i lavoratori non ce la fanno»
EGIDIO. Quaranta ore di sciopero alla Montefiore. I dipendenti della Gieffe moda, l’azienda madre del gruppo industriale specializzato in capi d’abbigliamento per bambini, hanno deciso ieri mattina al termine di un’assemblea di proclamare da lunedì prossimo 8 ore di sciopero, per cinque giorni. Il gruppo Montefiore di Sant’Egidio conta 80 dipendenti, lo sciopero riguarda solo la Gieffe moda e la sua sessantina di operai.
«Da circa un anno i lavoratori vivono una situazione di precarietà per il salario», spiega Emanuela Loretone della Filctem Cgil, «prima si trattava di ritardi e di salario pagato solo in parte. Oggi siano a quattro mensilità arretrate e sta maturando la quinta. Abbiamo cercato di risolvere il problema in sede sindacale, ma non è mai stata fatta una proposta credibile di rateizzazione». «Si sono svolti tre incontri in Provincia», aggiunge Emidio Angelini della Uilta Uil, «purtroppo la risposta dell’azienda è stata insoddisfacente rispetto alle esigenze, ormai sempre più impellenti dei dipendenti. Il 10 maggio dovevamo avere una risposta definitiva sulla rateizzazione e non c’è stata. Era stato detto che entro il 31 maggio avrebbero corrisposto metà salario di gennaio. Che però è stato versato solo il 7 giugno e solo dopo sollecitazione da parte nostra. Per quanto riguarda l’altra parte dell’accordo, per cui una mensilità sarebbe stata pagata entro giugno, riteniamo che sarà versata probabilmente a luglio». Da qui la decisione di rompere gli indugi e proclamare lo sciopero. « I lavoratori non ce la fanno», aggiunge Loretone, «peraltro loro stanno utilizzando sia il contratto di solidarietà che la Cig: per un cambio di consulenti la modulistica è arrivata in ritardo all’Inps e quindi anche i soldi. Dunque al forte disagio degli stipendi non pagati si somma il ritardo degli ammortizzatori sociali. Per i lavoratori la situazione è drammatica: chi ha potuto è scappato, ma anche chi non poteva ha lasciato il lavoro pur di avere qualche soldo per sopravvivere con l’indennità di disoccupazione». I sindacati attendono invano un piano industriale da un anno.
Cgil e Uil concludono con la speranza che «torni ad essere un’azienda florida, ma non è possibile far pagare ai lavoratori il momento di difficoltà: comprendiamo la grave crisi economica, ma ci vuole rispetto per le persone, le scadenze quotidiane non aspettano». Una nuova assemblea si terrà il 3 luglio.
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