Scontri di Roma, il teramano assolto chiede i danni
Per l’appello Tomassetti non ha commesso i fatti, ma lui ha perso lavoro e salute: istanza per ottenere 300mila euro
TERAMO. E’ stato arrestato, processato e, in primo grado, condannato a sei anni insieme ad altri quattro teramani. Ma i giudici di appello di Roma lo hanno assolto (unico dei quattro) per non aver commesso il fatto e la Cassazione ha confermato: Mirco Tomassetti, 35 anni, di Mosciano, con gli scontri di Roma non c’entra nulla. Per accertarlo ci sono voluti quattro anni e 653 giorni di arresti domiciliari: nel frattempo ha perso lavoro e salute. Ora chiede i danni allo Stato con una richiesta di risarcimento di 360mila euro per ingiusta detenzione. Perchè quel 15 aprile del 2011 lui, incensurato, era sì nella Capitale per manifestare insieme a tanti altri nella Giornata dell’indignazione, ma non ha mai partecipato all’assalto al blindato dei carabinieri in piazza San Giovanni nè ad episodi di devastazione.
All’epoca dei fatti da dieci anni era dipendente di una ditta di sistemi d’allarme, ma dopo l’arresto venne licenziato. «Non appena appresa la notizia», scrive Nello Di Sabatino(l’avvocato che lo assiste) nell’istanza presentata alla corte d’appello di Roma per il riconoscimento dell’ingiusta detenzione, «l’azienda facendo riferimento alle particolari mansioni svolte dal ricorrente anche in ambito di sicurezza comunicava al medesimo l’immediato licenziamento con decorrenza 15 maggio. Tale decisione veniva adottata anche perchè dal 20 aprile 2012 ai primi giorni del mese di maggio a Tomassetti veniva impedito di recarsi nel proprio posto di lavoro con motivazioni del gip che risultavano poco comprensibili e condivisibili. Dato certo ed inconfutabile, comunque, è che il Tomassetti a seguito del suo arresto e sottoposizione ai domiciliari, vedendosi negato il permesso di recarsi a lavorare, perdeva irrimediabilmente il posto di lavoro a tempo indeterminato custodito per oltre dieci anni con uno stipendio dignitoso che gli permetteva di fronteggiare le esigenze quotidiane. Ad oggi è ancora in attesa di una stabile occupazione».
Il legale, nell’istanza, insiste molto anche sui danni fisici e psicologici del suo assistito. «A causa del forte stato di ansia e stress», scrive Di Sabatino, «Tomassetti si è sottoposto a continue cure sia durante il periodo di detenzione agli arresti domiciliari che successivamente. I medici gli hanno diagnosticato un disturbo d’ansia scaturito dall’evento traumatico subito». La richiesta di risarcimento è stata presentata la scorsa settimana e la risposta è attesa per i prossimi mesi. «Resta l’amarezza per la vicenda», dice l’avvocato, «perchè sin dai primi esami del materiale indiziario in possesso al’accusa risultava evidente che nessuna condotta criminosa potesse apparire riconducibile al mio assistito ignaro partecipe della manifestazione».
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