Scoperti pidocchi in corsia nel reparto di urologia a Teramo

Scoperti due giorni fa. Scatta l’accorpamento per ferie di cinque reparti: tutti nella stessa corsia

TERAMO. Prendi cinque paghi uno. Offerte del genere non si trovano nemmeno nei discount più hard, ma al Mazzini da oggi sono realtà. E così accade che cinque specialistiche vengano accorpate in un’unica ala da 16 letti. Anzi, da 15. Infatti da due giorni nel reparto al quarto piano, che originariamente ospitava solo l’urologia e adesso vede come coinquiline oculistica, otorino, chirurgia maxillo-facciale e, da oggi, anche chirurgia oncologica, ci sono degli ospiti scomodi: i pidocchi.

Nel reparto sovraffollato, due giorni fa il personale ha individuato i parassiti e ha segnalato il caso alla Asl. La camera abitata dagli insetti è stata chiusa, il paziente “decontaminato” e ieri mattina la stanza è stata disinfestata. Non si sa, al momento, quando sarà riutilizzabile.

Intanto però da oggi scatta l’ultima fase degli accorpamenti estivi. Nonostante i tentativi di scongiurare l’arrivo del quinto reparto, la Asl è stata irremovibile. Da oggi arriverà anche la chirurgia oncologica a cui pare sia stata assicurata la disponibilità di cinque letti. Ma stamattina i nuovi inquilini troveranno tutti i letti occupati, quindi non si sa che cosa accadrà.

Il reparto al quarto piano dell’ospedale di Teramo è infatti saturo e le varie specialistiche hanno già programmato degli interventi chirurgici. Va sa sè desumere che qualche paziente - forse anche gli stessi degenti - subirà dei disagi. Certamente ci saranno problemi per trattare eventuali emergenze che si verificheranno durante questa seconda parte dell’estate: ad esempio -come segnalato un paio di giorni fa dal sindacato Smi - la mancata disponibilità di letti ha causato l’impossibilità a trasferire al Mazzini alcuni malati urologici particolarmente gravi dagli altri ospedali della provincia, che non potevano essere “appoggiati” in altri reparti e chi quindi sono stati dirottati verso altre Asl.

Una situazione che certamente si riproporrà, e non solo per i malati di urologia: i conti sono presto fatti. Appena terminato l’allarme-pidocchi nella corsia torneranno utilizzabili 16 letti. Se cinque sono riservati alla chirurgia oncologica, gli altri 11 resteranno per le altre quattro specialistiche, nemmeno tre posti ognuna.

Sempre per quanto riguarda urologia, ma in riferimento al taglio della convenzione con l’università dell’Aquila e alla cacciata del direttore Carlo Vicentini, l’ex direttore del dipartimento chirurgico, Osvaldo De Berardinis, smentisce il direttore sanitario della Asl Camillo Antelli. Quest’ultimo in una recente conferenza stampa per chiarire il punto di vista della Asl sulla vicenda, aveva affermato - fra l’altro - che Vicentini eseguiva l’85% degli interventi lasciando intendere che non aveva fatto crescere professionalmente i propri aiuti. Precisando poi che una riprova di quanto affermato era anche nelle parole di De Berardinis il quale anni fa in occasione di «un avviso per urologia definì scarsa l’attività operatoria di ognuno dei 9 candidati» che corrispondono agli urologi teramani. «Tale affermazione non risponde affatto a verità, in quanto il mio cliente», scrive l’avvocato Gianni Gebbia, «non ha mai espresso un giudizio del genere nei confronti degli urologi teramani, tanto meno nel corso di una selezione».

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