Scuole, nuovi presidi la nomina di Marsilio sblocca il concorsone
Troppe dimissioni nella commissione degli esami il sesto presidente è il docente dell’Ateneo di Teramo
TERAMO. Oltre 300 aspiranti dirigenti scolastici sospesi nel limbo di un concorso senza fine. Un concorso che in Abruzzo è bloccato dal balletto di nomine e ripensamenti dei componenti della commissione incaricata di giudicare i candidati. Una storia infinita, cominciata a ottobre del 2011 con le dimissioni, per motivi di salute, del presidente della commissione esaminatrice, il docente dell’Università di Teramo Leonardo Della Salda. Da allora si sono rincorse altre cinque nomine. E altrettanti dietro front. Ora l’incarico di presidente della commissione è nelle mani di Fulvio Marsilio, della facoltà di Veterinaria dell’Università di Teramo. L’Ufficio scolastico regionale assicura, attraverso un decreto, che da domani all’Aquila si potrà ricominciare con la correzione degli scritti che i 315 candidati hanno concluso a dicembre. A meno di altre sorprese.
Gli aspiranti dirigenti scolastici incrociano le dita e, nello stesso tempo, invocano trasparenza. La situazione che si è venuta a creare in Abruzzo, infatti, non solo rischia di compromettere le immissioni in ruolo a settembre dei nuovi dirigenti scolastici nelle scuole, ma getta anche ombre sul concorso stesso. «Perché tutte queste dimissioni?», è l’interrogativo dei candidati che rimbalza anche attraverso blog e forum su internet. «Chiediamo che sia fatta chiarezza sulle ragioni che spingono i presidenti della commissione a lasciare l’incarico ogni volta». Dopo le dimissioni di Della Salda era toccato a Michele Di Gregorio, già componente della commissione, l’incarico di presidente. A gennaio di quest’anno anche Di Gregorio, però, si dimette. Anche lui per motivi di salute. Viene nominato un altro professore, Franco Eugeni, ma a febbraio arriva l’altra doccia fredda: anche questo presidente si dimette, stavolta per incompatibilità con un altro candidato.
Non va bene neppure con il professore Ezio Sciarra, che abbandona dopo pochi giorni. A marzo compare il decreto di nomina di un altro presidente, Giampiero di Plinio, ordinario di Diritto pubblico all’Università di Chieti, che ottiene l’incarico senza la pubblicazione di un bando, per «ragioni di somma necessità e urgenza». Niente da fare. Tra il 9 e il giugno arriva la notizia delle dimissioni anche di questo presidente.
Tra i candidati - che a differenza di tutte le altre regioni d’Italia dopo quasi sei mesi ancora non sanno come sono andati gli scritti - cresce lo sconcerto. E, visti i precedenti, la nuova nomina, anche questa avvenuta in via d’urgenza e quindi senza la pubblicazione dell’elenco dei candidati, non tranquillizza. «Forse a questo punto sarebbe opportuno istituire un commissario, che faccia luce su quanto è accaduto – racconta Giacomo, uno dei partecipanti al concorso –. Anche perché a parte l’ansia e l’incertezza sui risultati del concorso, c’è soprattutto un problema di trasparenza. Non si può pensare a delle coincidenze, qualcuno ora deve andare a fondo delle ragioni di queste dimissioni».
Il neo presidente della commissione, Fulvio Marsilio, docente all’Università di Teramo, spiega di non essere «al corrente delle motivazioni che hanno portato a questa serie di dimissioni», ma aggiunge che «la commissione è consapevole che dietro alle candidature al concorso ci sono le attese di molte persone. L’auspicio di tutti è che ora si possa andare avanti, senza altri intoppi». Se lo augurano anche i 315 candidati che stanno ancora aspettando.
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