Silvi, incendia l’auto della figlia: il giudice lo allontana dalla città
L’uomo è accusato di maltrattamenti anche nei confronti della moglie. Per la Procura fondamentali le immagini riprese da una telecamera
SILVI. Sembrava un gesto vandalico, uno di quelli che possono capitare a chiunque perchè i teppisti spesso colpiscono a caso. Ma per inquirenti e investigatori la svolta nelle indagini è arrivata, come sempre più spesso succede, dalle immagini catturate dalle telecamere di un sistema di videosorveglianza. Fotogrammi che per la Procura inchiodano un uomo di Silvi ad una pesante accusa: quella di aver incendiato la macchina alla figlia maggiorenne. Un gesto, sempre secondo l’accusa, maturato nell’ambito di una serie di maltrattamenti in famiglia. Reati per cui l’uomo nei giorni scorsi è stato destinatario di una ordinanza di divieto di dimora a Silvi (provvedimento firmato dal gip Mauro Pacifico su richiesta del pm Silvia Scamurra).
E ieri il gip ha repinto la richiesta di revoca presentata dalla difesa dell’uomo rappresentata da Monica Passamonti. L’avvocato, nell’annunciare ricorso al Riesame, dichiara: «A meno che non siamo tornati indietro nel tempo non abbiamo un processo inquisitorio ma accusatorio. Le immagini a cui fanno riferimento le parti offese, e con loro la Procura, riguardano un uomo che sta camminando per strada e non sicuramente una persona che sta attivandosi per incendiare una macchina. Visto che in Italia l’Inquisizione è finita da secoli, la Procura, perchè è solo la Procura che deve dimostrare l’accusa, deve dimostrare che quel giorno e quell’ora il mio assistito era nel recinto privato di un’abitazione dove si trovava parcheggiata la vettura con in mano una tanica di benzina e un accendino. Non siamo sicuramente noi a dover dare la prova contraria visto che il mio cliente non ha incendiato la macchina della figlia». L’uomo, oltre che dell’incendio alla macchina, è accusato di una serie di maltrattamenti che negli anni avrebbe fatto alla moglie e alla figlia maggiorenne. Episodi che, secondo l’accusa, sarebbero avvenuti anche dopo la separazione dalla donna. Secondo l’accusa ci sarebbero state anche episodi di minacce telefoniche; non solo chiamate continue ma anche sms inviati alle due donne. Accuse che l’uomo respinge.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
E ieri il gip ha repinto la richiesta di revoca presentata dalla difesa dell’uomo rappresentata da Monica Passamonti. L’avvocato, nell’annunciare ricorso al Riesame, dichiara: «A meno che non siamo tornati indietro nel tempo non abbiamo un processo inquisitorio ma accusatorio. Le immagini a cui fanno riferimento le parti offese, e con loro la Procura, riguardano un uomo che sta camminando per strada e non sicuramente una persona che sta attivandosi per incendiare una macchina. Visto che in Italia l’Inquisizione è finita da secoli, la Procura, perchè è solo la Procura che deve dimostrare l’accusa, deve dimostrare che quel giorno e quell’ora il mio assistito era nel recinto privato di un’abitazione dove si trovava parcheggiata la vettura con in mano una tanica di benzina e un accendino. Non siamo sicuramente noi a dover dare la prova contraria visto che il mio cliente non ha incendiato la macchina della figlia». L’uomo, oltre che dell’incendio alla macchina, è accusato di una serie di maltrattamenti che negli anni avrebbe fatto alla moglie e alla figlia maggiorenne. Episodi che, secondo l’accusa, sarebbero avvenuti anche dopo la separazione dalla donna. Secondo l’accusa ci sarebbero state anche episodi di minacce telefoniche; non solo chiamate continue ma anche sms inviati alle due donne. Accuse che l’uomo respinge.
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