Sindaco: in tre si sfidano dallo stesso palco
Prima il comizio di Santacroce, poi Brucchi e Albi. Ma è lite per il sorteggio.
TERAMO. In tre sullo stesso palco per l’ultimo appello agli elettori. Dalle 20.30 a mezzanotte i candidati sindaco si affronteranno nella sfida decisiva in piazza Martiri della Libertà prima dell’apertura dei seggi. Ad affiancare Paolo Albi, Maurizio Brucchi e Sandro Santacroce ci saranno gli aspiranti presidenti della Provincia Ernino D’Agostino e Valter Catarra. Uno spazio tutto suo avrà, invece, Emanuela Di Giacinto, candidata alla presidenza per La Destra.
Brucchi potrà contare su uno sponsor d’eccezione: il presidente della Regione Gianni Chiodi gli sarà vicino anche nell’atto finale della campagna elettorale.
INIZIA SANTACROCE. A rompere il ghiaccio con la piazza sarà Sandro Santacroce. Il candidato sindaco di Rifondazione comunista e Comunisti italiani sarà il primo a parlare.
L’estrazione dell’ordine dei comizi, fatta ieri mattina in municipio, ha assegnato al suo schieramento la fascia oraria che va dalle 20.30 alle 21.15. Santacroce avrà al suo fianco i dirigenti locali dei due partiti che per il Comune non hanno chiuso l’accordo con il resto del centrosinistra e per questo si presentano da soli all’appuntamento con le urne.
L’alternanza al microfono dei candidati sindaco sarà interrotta, tra le 21.20 e le 22, dal comizio finale di Emanuela Di Giacinto, in corsa per la presidenza della Provincia con La Destra. L’accordo con il centrodestra non c’è stato e così il partito dell’ex ministro Francesco Storace ha scelto la strada dell’autonomia per le elezioni provinciali.
SEGUE BRUCCHI. L’appuntamento di chiusura della campagna elettorale entrerà nel vivo alle 22, quando salirà sul palco Maurizio Brucchi. Il candidato del centrodestra, appoggiato dalle liste di Pdl, Udc, Lega Nord e la civica “Al Centro per Teramo”, sarà affiancato da Valter Catarra, in corsa per la coalizione verso la presidenza della Provincia.
L’ex assessore ai lavori pubblici ha impostato la campagna elettorale sulla continuità con l’amministrazione guidata fino all’anno scorso da Gianni Chiodi. E sarà proprio la presenza sul palco del presidente della Regione a testimoniare concretamente il legame tra il passato e il possibile futuro del Comune.
CHIUDE ALBI. Nel segno della rottura con i vecchi schemi è stata la campagna elettorale di Paolo Albi, che alle 23.05 terrà l’ultimo comizio prima che sulla competizione pombi il silezio fino all’aperura delle urne, domani alle 15.
Ex assessore comunale con l’Udc e presidente del consiglio comunale fino all’arrivo del commissario straordinario, il candidato del centrosinistra è sostenuto da cinque liste: Pd, Italia dei Valori, Unione dei democratici teramani formata da Lino Silvino dopo il commissariamento dell’Udc, la civica “Città di virtù” e Sinistra e Libertà.
Sul palco con Albi ci sarà Ernino D’Agostino, presidente uscente della Provincia e ricandidato dalla coalizione.
L’ULTIMA POLEMICA. Sul sorteggio che ha stabilito l’ordine con cui gli aspiranti sindaci parleranno in piazza s’innesca l’ultima polemica. Brucchi sottolinea che nessun rappresentante di Albi ieri mattina si è presentato in Comune per assistere all’assegnazione delle fasce orarie. «Ancora una volta il centrosinistra mostra il reale rispetto che ha per le istituzioni e le regole della democrazia», sottolinea il candidato, «dopo aver fatto rinviare il sorteggio di alcuni giorni, accampando una serie di problemi, nessuno ha partecipato».
Albi definisce «sciocchezze» le contestazioni mosse dal suo avversario. «Ai sorteggi si viene invitati per controllarne la regolarità», afferma, «io la do per scontata perché ho piena fiducia nelle istituzioni».
ITALIA DEI VALORI. La prima a chiudere la campagna elettorale in piazza Martiri, ieri pomeriggio, è stata l’Italia dei Valori. Il deputato Augusto Di Stanislao ha lanciato la proposta di creare in Provincia un assessorato alla trasparenza. «Abbiamo siglato un patto con gli elettori», ha ricordato, «per un progetto che va oltre l’appuntamento con le urne».
Di Stanislao, applaudito da dirigenti e candidati nel Caffè Grande Italia, ha criticato la Regione. «Gli assessori vanno in giro con le auto blu», ha affermato, «ma cinque teramani in giunta non valgono per uno». Trasparenza e partecipazione sono i cavalli di battaglia dell’Idv. «Resteremo sul territorio», ha assicurato il deputato, «per controllare cosa non andrà».
Brucchi potrà contare su uno sponsor d’eccezione: il presidente della Regione Gianni Chiodi gli sarà vicino anche nell’atto finale della campagna elettorale.
INIZIA SANTACROCE. A rompere il ghiaccio con la piazza sarà Sandro Santacroce. Il candidato sindaco di Rifondazione comunista e Comunisti italiani sarà il primo a parlare.
L’estrazione dell’ordine dei comizi, fatta ieri mattina in municipio, ha assegnato al suo schieramento la fascia oraria che va dalle 20.30 alle 21.15. Santacroce avrà al suo fianco i dirigenti locali dei due partiti che per il Comune non hanno chiuso l’accordo con il resto del centrosinistra e per questo si presentano da soli all’appuntamento con le urne.
L’alternanza al microfono dei candidati sindaco sarà interrotta, tra le 21.20 e le 22, dal comizio finale di Emanuela Di Giacinto, in corsa per la presidenza della Provincia con La Destra. L’accordo con il centrodestra non c’è stato e così il partito dell’ex ministro Francesco Storace ha scelto la strada dell’autonomia per le elezioni provinciali.
SEGUE BRUCCHI. L’appuntamento di chiusura della campagna elettorale entrerà nel vivo alle 22, quando salirà sul palco Maurizio Brucchi. Il candidato del centrodestra, appoggiato dalle liste di Pdl, Udc, Lega Nord e la civica “Al Centro per Teramo”, sarà affiancato da Valter Catarra, in corsa per la coalizione verso la presidenza della Provincia.
L’ex assessore ai lavori pubblici ha impostato la campagna elettorale sulla continuità con l’amministrazione guidata fino all’anno scorso da Gianni Chiodi. E sarà proprio la presenza sul palco del presidente della Regione a testimoniare concretamente il legame tra il passato e il possibile futuro del Comune.
CHIUDE ALBI. Nel segno della rottura con i vecchi schemi è stata la campagna elettorale di Paolo Albi, che alle 23.05 terrà l’ultimo comizio prima che sulla competizione pombi il silezio fino all’aperura delle urne, domani alle 15.
Ex assessore comunale con l’Udc e presidente del consiglio comunale fino all’arrivo del commissario straordinario, il candidato del centrosinistra è sostenuto da cinque liste: Pd, Italia dei Valori, Unione dei democratici teramani formata da Lino Silvino dopo il commissariamento dell’Udc, la civica “Città di virtù” e Sinistra e Libertà.
Sul palco con Albi ci sarà Ernino D’Agostino, presidente uscente della Provincia e ricandidato dalla coalizione.
L’ULTIMA POLEMICA. Sul sorteggio che ha stabilito l’ordine con cui gli aspiranti sindaci parleranno in piazza s’innesca l’ultima polemica. Brucchi sottolinea che nessun rappresentante di Albi ieri mattina si è presentato in Comune per assistere all’assegnazione delle fasce orarie. «Ancora una volta il centrosinistra mostra il reale rispetto che ha per le istituzioni e le regole della democrazia», sottolinea il candidato, «dopo aver fatto rinviare il sorteggio di alcuni giorni, accampando una serie di problemi, nessuno ha partecipato».
Albi definisce «sciocchezze» le contestazioni mosse dal suo avversario. «Ai sorteggi si viene invitati per controllarne la regolarità», afferma, «io la do per scontata perché ho piena fiducia nelle istituzioni».
ITALIA DEI VALORI. La prima a chiudere la campagna elettorale in piazza Martiri, ieri pomeriggio, è stata l’Italia dei Valori. Il deputato Augusto Di Stanislao ha lanciato la proposta di creare in Provincia un assessorato alla trasparenza. «Abbiamo siglato un patto con gli elettori», ha ricordato, «per un progetto che va oltre l’appuntamento con le urne».
Di Stanislao, applaudito da dirigenti e candidati nel Caffè Grande Italia, ha criticato la Regione. «Gli assessori vanno in giro con le auto blu», ha affermato, «ma cinque teramani in giunta non valgono per uno». Trasparenza e partecipazione sono i cavalli di battaglia dell’Idv. «Resteremo sul territorio», ha assicurato il deputato, «per controllare cosa non andrà».