Sisma, indennizzi alle attività che devono chiudere per lavori 

I titolari potranno chiederli per sei mesi al massimo come alternativa ai trasferimenti temporanei Riaperta anche una finestra per abbandonare il Superbonus e rientrare nel contributo ordinario

TERAMO. Indennizzi alle attività al posto dei trasferimenti temporanei per la riparazione dei danni causati dal terremoto e una nuova finestra di possibilità, fino al prossimo 30 settembre, per rientrare nel contributo di ricostruzione per quanti vi avevano invece rinunciato optando per il canale del cosiddetto Superbonus “rafforzato”. Sono le due importanti decisioni prese nell’ultima cabina istituzionale di coordinamento post-sisma 2016.
INDENNIZZI INVECE
DEI TRASFERIMENTI
Nella riunione è stato presentato un emendamento al Testo unico sulla ricostruzione privata proposto su iniziativa del sindaco teramano Gianguido D’Alberto, in accordo con l’Ufficio speciale ricostruzione di Teramo, finalizzato a evitare lo spostamento di negozi e altre attività produttive che, per i lavori di ripristino dei locali, devono temporaneamente chiuderli. Il rischio adombrato da D’Alberto, in veste anche di coordinatore per il cratere sismico dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni, è che i traslochi diventino definitivi contribuendo allo spopolamento e al progressivo decadimento urbano e sociale dei centri storici. La questione riguarda Teramo, in particolare i negozi al piano terra del centralissimo palazzo Pompetti, ma anche il resto del territorio regionale colpito dall’emergenza sismica. Ora un indennizzo sostitutivo alla delocalizzazione può essere chiesto dal titolare dell’attività nel caso di brevi sospensioni dell’attività legate a lavori di ricostruzione: questa è la modifica all’articolo 26 del Testo unico della ricostruzione privata approvata in cabina. Il contributo sarà calcolato per i mesi di effettiva chiusura (massimo sei) sulla media degli utili netti desumibili dai conti economici aziendali nel triennio precedente, nel medesimo periodo di chiusura. «Abbiamo raccolto una necessità che ci è arrivata a più riprese dal territorio, trovando una soluzione ragionevole per chi si trova a sospendere la propria attività per i lavori di ricostruzione», ha detto il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, «negozi e attività produttive hanno da oggi uno strumento più comodo e ritengo anche più favorevole della delocalizzazione, che quando si tratta di pochi mesi può risultare inutilmente costosa».
FINESTRA PER RIENTRARE
NEL CONTRIBUTO
Un’ordinanza del commissario Castelli, su cui la cabina sisma ha raggiunto l’intesa, istituisce una nuova finestra (inizialmente chiusasi il 31 marzo 2024) per rientrare nel contributo sisma in seguito alla riforma del Superbonus, che ha di fatto eliminato la facoltà di usufruire del Superbonus “rafforzato” in alternativa al contributo della ricostruzione. Per questo la struttura commissariale, d’intesa con le Regioni del cratere 2016, ha voluto concedere una ulteriore parentesi per consentire a chi preferisce rientrare nel contributo sisma di farlo e di procedere così con la ricostruzione. «Le modifiche alla disciplina del Superbonus occorse negli ultimi mesi hanno reso necessaria un’attenzione particolare per quanti avevano inizialmente rinunciato al contributo, e che ora potranno esercitare un ripensamento», spiega il commissario Castelli, «chi aveva scelto il canale del Superbonus rafforzato, rinunciando al contributo, potrà così ora tornare al contributo “standard”. Ringrazio i presidenti delle Regioni Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria con cui ho condiviso queste decisioni in cabina».
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