TERAMO
Soldi per i permessi di soggiorno: 3 imprenditori indagati per truffa
Secondo l’accusa si sarebbero fatti versare denaro per garantire posti di lavoro e regolarizzazioni. Parte lesa sono 30 stranieri, contestato anche il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
TERAMO. Quattro indagati, tra cui tre piccoli imprenditori teramani, e trenta parti offese (solo per ora): sono i numeri della nuova inchiesta giudiziaria della Procura teramana su un giro di presunte truffe a danno di decine di immigrati che avrebbero pagato somme tra 5 e 6mila per ottenere il permesso di soggiorno. Perché il business degli immigrati clandestini non conosce pandemia. E c’è sempre un modo di spillare soldi a un esercito di disperati, pronti a tutto per un permesso di soggiorno pagando connazionali e italiani senza scrupoli. Perché non c’è mai sfruttamento senza complicità.
Al termine di complessi accertamenti, il pm titolare del fascicolo Francesca Zani ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini contestando ai quattro le accuse di truffa e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’inchiesta è nata dalla denuncia di pakistani e senegalesi che hanno raccontato di aver dato soldi a un connazionale senza aver mai ottenuto nulla e di aver incontrato due italiani, un uomo e una donna, che si sono spacciati per imprenditori pronti ad assumerli facendo tutte le pratiche per consentire loro di ottenere il permesso di soggiorno per lavoro. Ma il permesso di soggiorno non è mai arrivato.
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