Stangata Inps sulle aziende
Pignoramenti per gli arretrati, parte il ricorso al Tar
TERAMO. L’Inps, tramite Equitalia, invia atti ingiuntivi a decine di imprese. E ricomincia la battaglia. Il terreno dello scontro è sempre lo stesso, come da 15 anni a questa parte: l’esclusione dagli sgravi disposta dal decreto Mastella del 1994.
Sono tante le aziende messe in mora dall’Inps, che sta chiedendo la restituzione delle somme non versate fra il 1994 e il ’96. In sostanza vengono chieste ad aziende - già messe a dura prova dalla crisi - somme che vanno da alcune migliaia di euro fino a 200mila. E, come al solito, la rivolta parte da Teramo. Molte imprese hanno presentato l’ennesimo ricorso al Tar. Una delle associazioni più attive nel cercare di contrastare uno straordinario esempio di inerzia delle istituzioni è l’Api.
Lo Stato dovrebbe restituire, o non esigere, dalle imprese abruzzesi dai 60 ai 70 milioni di euro. Tutto è iniziato nel 1994 col decreto Mastella. Il decreto, con effetto retroattivo, negava alle imprese abruzzesi di avvalersi degli sgravi contributivi previsti per le zone obiettivo 1, considerate depresse dall’Unione europea. La battaglia legale degli imprenditori in teoria è stata vinta. A loro diedero ragione, nel 2006, due sentenze del Consiglio di Stato. Il decreto venne annullato. A questo punto il ministero avrebbe dovuto rifare un decreto per concedere gli sgravi per il 1994-’96. Ma non è mai arrivato. Fino a quando il Tar Lazio ha nominato un commissario ad actus per emanare il decreto: nel luglio 2008 venne pubblicato, ma in sostanza diede parere negativo al riconoscimento degli sgravi. Contraddicendo non solo le sentenze ma anche la Finanziaria 2007.
La posizione delle imprese è differenziata. Una parte si è cautelata versando, a rate per 10 anni, i contributi non pagati. Un’altra non ha versato alcuna integrazione. Altre avevano iniziato la rateizzazione, poi l’hanno sospesa. E ora, a queste ultime due categorie, l’Inps sta chiedendo indietro i soldi, arrivando anche ai pignoramenti. Da qui un nuovo ricorso al Tar Lazio presentato dal legale Franco Di Teodoro e una serie di opposizioni all’esecuzione, davanti al giudice del lavoro di Teramo, presentate per alcune imprese da Florindo Tribbotti.
Sono tante le aziende messe in mora dall’Inps, che sta chiedendo la restituzione delle somme non versate fra il 1994 e il ’96. In sostanza vengono chieste ad aziende - già messe a dura prova dalla crisi - somme che vanno da alcune migliaia di euro fino a 200mila. E, come al solito, la rivolta parte da Teramo. Molte imprese hanno presentato l’ennesimo ricorso al Tar. Una delle associazioni più attive nel cercare di contrastare uno straordinario esempio di inerzia delle istituzioni è l’Api.
Lo Stato dovrebbe restituire, o non esigere, dalle imprese abruzzesi dai 60 ai 70 milioni di euro. Tutto è iniziato nel 1994 col decreto Mastella. Il decreto, con effetto retroattivo, negava alle imprese abruzzesi di avvalersi degli sgravi contributivi previsti per le zone obiettivo 1, considerate depresse dall’Unione europea. La battaglia legale degli imprenditori in teoria è stata vinta. A loro diedero ragione, nel 2006, due sentenze del Consiglio di Stato. Il decreto venne annullato. A questo punto il ministero avrebbe dovuto rifare un decreto per concedere gli sgravi per il 1994-’96. Ma non è mai arrivato. Fino a quando il Tar Lazio ha nominato un commissario ad actus per emanare il decreto: nel luglio 2008 venne pubblicato, ma in sostanza diede parere negativo al riconoscimento degli sgravi. Contraddicendo non solo le sentenze ma anche la Finanziaria 2007.
La posizione delle imprese è differenziata. Una parte si è cautelata versando, a rate per 10 anni, i contributi non pagati. Un’altra non ha versato alcuna integrazione. Altre avevano iniziato la rateizzazione, poi l’hanno sospesa. E ora, a queste ultime due categorie, l’Inps sta chiedendo indietro i soldi, arrivando anche ai pignoramenti. Da qui un nuovo ricorso al Tar Lazio presentato dal legale Franco Di Teodoro e una serie di opposizioni all’esecuzione, davanti al giudice del lavoro di Teramo, presentate per alcune imprese da Florindo Tribbotti.