«Strade nuove asfaltate due volte»
Catarra accusa: la Provincia è piena di debiti, ecco dove ho scoperto gli sprechi.
TERAMO. Non ci sono soldi neppure per ripulire le strade dalle erbacce. La giunta provinciale guidata da Valter Catarra presenta un bilancio pieno di debiti. E’ l’eredità pesante lasciata dalla precedente amministrazione che emerge al termine della ricognizione sui conti dell’ente fatta dal nuovo assessore alle finanze Davide Calcedonio Di Giacinto. A poco più di metà anno e con ancora quattro mesi e mezzo di gestione da affrontare la Provincia si ritrova con passività che, a seconda dell’importo finale delle minori entrate, a fine 2009 oscilleranno tra poco meno di cinque e quasi cinque milioni e mezzo di euro. Il quadro economico è appesantito dai 91 milioni di euro di mutui che, nonostante siano voci ricorrenti in tutti i bilanci degli enti pubblici, rendono ancora più povere le casse dell’amministrazione.
LA PARALISI. I quasi quattro milioni di debiti fuori bilancio già accumulati impediscono qualunque manovra per finanziare anche le attività ordinarie, a parte quelle coperte da spese fisse. «Questi costi si riferiscono a contributi e pagamenti che l’amministrazione conosceva fin dall’inizio dell’anno», sottolinea Di Giacinto, «per cui dovevano essere inseriti subito tra le uscite previste». I conti in profondo rosso sarebbero il frutto di un’errata programmazione che si riflette anche sul altri settori. Dalle verifiche sulle spese energetiche sono venute fuori alcune anomalie, come il pagamento di una bolletta dell’acqua da cinquemila euro per una scuola a giugno, quando l’attività didattica è praticamente ferma. L’ente ha anche assommato un debito di oltre un milione di euro per gas e “gestione del calore”, pur avendo stipulato un contratto con una società privata che prevede un costo fisso annuo. «In bilancio è stata prevista una spesa di circa 282mila inferiore rispetto a quella contrattuale», afferma l’assessore, «a cui va agginuta una passività pregressa di 900mila euro».
L’ASFALTO RIMESSO. Sulla viabilità in sei anni sono stati investiti 180 milioni di euro ma secondo Catarra molti di questi soldi sono stati utilizzati male. «Per motivi elettorali sono state riasfaltate strade nuove», spiega il presidente, «mentre alcune zone di montagna sono rimaste con collegamenti viari dissestati». L’amministrazione attualmente dispone di appena un milione e mezzo di euro per la manutenzione di 1.600 chilometri di viabilità provinciale. Alcune sostanziose variazioni di bilancio sono state avviate dalla giunta passata: dal capitolo dedicato alla formazione professionale sono stati sottratti e destinati ad altri scopi 400mila dei circa 500mila euro stanziati all’inizio dell’anno.
DIPENDENTI E STIPENDI. Sono aumentati anche gli esborsi per i dipendenti. La spesa per il personale assunto a tempo indeterminato è cresciuta di quattro milioni di euro dal 2002. L’aumento, calcolato però dal 2004, è di quasi due milioni di euro se si considerano anche dipendenti a tempo determinato e collaboratori. «Nel 2009 non è stato approvato il piano esecutivo di gestione che fissa gli obiettivi dell’ente», spiega Di Giancinto, «per cui non è possibile valutare i risultati raggiunti». Sono mancati i fondi per i precari della biblioteca, ai quali non è stato rinnovato l’incarico, ma non ci sono risorse neppure per manifestazioni culturali, sportive e turistiche. «Non ci piangiamo addosso, ma vogliamo rendere chiaro lo stato di fatto che abbiamo trovato», conclude Catarra, «non faremo tagli indiscriminati, ma è necessario razionalizzare i costi».
LA PARALISI. I quasi quattro milioni di debiti fuori bilancio già accumulati impediscono qualunque manovra per finanziare anche le attività ordinarie, a parte quelle coperte da spese fisse. «Questi costi si riferiscono a contributi e pagamenti che l’amministrazione conosceva fin dall’inizio dell’anno», sottolinea Di Giacinto, «per cui dovevano essere inseriti subito tra le uscite previste». I conti in profondo rosso sarebbero il frutto di un’errata programmazione che si riflette anche sul altri settori. Dalle verifiche sulle spese energetiche sono venute fuori alcune anomalie, come il pagamento di una bolletta dell’acqua da cinquemila euro per una scuola a giugno, quando l’attività didattica è praticamente ferma. L’ente ha anche assommato un debito di oltre un milione di euro per gas e “gestione del calore”, pur avendo stipulato un contratto con una società privata che prevede un costo fisso annuo. «In bilancio è stata prevista una spesa di circa 282mila inferiore rispetto a quella contrattuale», afferma l’assessore, «a cui va agginuta una passività pregressa di 900mila euro».
L’ASFALTO RIMESSO. Sulla viabilità in sei anni sono stati investiti 180 milioni di euro ma secondo Catarra molti di questi soldi sono stati utilizzati male. «Per motivi elettorali sono state riasfaltate strade nuove», spiega il presidente, «mentre alcune zone di montagna sono rimaste con collegamenti viari dissestati». L’amministrazione attualmente dispone di appena un milione e mezzo di euro per la manutenzione di 1.600 chilometri di viabilità provinciale. Alcune sostanziose variazioni di bilancio sono state avviate dalla giunta passata: dal capitolo dedicato alla formazione professionale sono stati sottratti e destinati ad altri scopi 400mila dei circa 500mila euro stanziati all’inizio dell’anno.
DIPENDENTI E STIPENDI. Sono aumentati anche gli esborsi per i dipendenti. La spesa per il personale assunto a tempo indeterminato è cresciuta di quattro milioni di euro dal 2002. L’aumento, calcolato però dal 2004, è di quasi due milioni di euro se si considerano anche dipendenti a tempo determinato e collaboratori. «Nel 2009 non è stato approvato il piano esecutivo di gestione che fissa gli obiettivi dell’ente», spiega Di Giancinto, «per cui non è possibile valutare i risultati raggiunti». Sono mancati i fondi per i precari della biblioteca, ai quali non è stato rinnovato l’incarico, ma non ci sono risorse neppure per manifestazioni culturali, sportive e turistiche. «Non ci piangiamo addosso, ma vogliamo rendere chiaro lo stato di fatto che abbiamo trovato», conclude Catarra, «non faremo tagli indiscriminati, ma è necessario razionalizzare i costi».