Teatro romano, gli scavi svelano l’antico spazio dedicato agli spettacoli 

Il lavoro d’indagine proseguirà per mesi per preparare al meglio la realizzazione dell’arena da 600 posti prevista dal progetto

TERAMO. «Emozionante». È questo l’aggettivo con cui il sindaco Gianguido D’Alberto definisce l’attuale fase del recupero del teatro di quella che, ai tempi del dominio di Roma, fu la città di Interamnia Praetutiorum. Emozionante davvero, perché – rimosse le cantine e gli ultimi resti dei due palazzi moderni che insistevano sul sito, demoliti nella prima fase dell’intervento tra il 2021 e il 2022 – si è svelato ai teramani l’antico spazio destinato agli spettacoli. In questo spazio il teatro romano risorgerà, secondo il cronoprogramma dell’opera, entro circa tre anni (mille giorni). Ma prima che venga avviata la terza e definitiva fase, quella della realizzazione di un’arena per spettacoli all’aperto da 600 posti, dovrà essere conclusa la seconda, quella in corso – cominciata a settembre – dello scavo e dell’indagine conoscitiva. Che sarà fondamentale per preparare la successiva.
Il sindaco spiega: «L'attività di scavo ha già raggiunto risultati molto positivi e importanti. È venuta fuori la cavea quasi nella sua totalità e ora in quello spazio recuperato si leggono i crolli subiti dai resti romani nei secoli, i resti del pulpito e dov'era l'orchestra, ma anche i resti di alcuni gradoni della tribuna. Potrebbe esserci altro ancora da scoprire, però. Abbiamo deciso – d'intesa con i progettisti, la Soprintendenza e l’impresa – di ampliare l'attività d'indagine e allargarla ulteriormente. Questa attività di scavo proseguirà per alcuni mesi e ci consentirà di potenziare la conoscenza del sito, arrivando alla conoscenza massima possibile. Ma l’obiettivo è anche prevenire problemi nella fase successiva, per la quale nel frattempo si sta chiudendo la progettazione esecutiva. Era quello che volevamo, un cantiere che permettesse di studiare a fondo il sito».
Scavando, negli ultimi giorni è venuta fuori una pavimentazione. «Si tratta di una stratificazione successiva all'epoca romana», dice D’Alberto, «la stanno studiando gli archeologi della ditta, d'intesa costante con la Soprintendenza: faranno le loro valutazioni, ma al momento non ci sono stati stop». Intanto è partito anche il restauro delle due colonne romane superstiti: l’obiettivo è preservarle.
Il recupero del teatro romano di Teramo e dell’area circostante è un’opera che nel complesso ha un peso economico di oltre 19 milioni, arrivati al Comune da diversi canali. Il finanziamento iniziale di 4 milioni è stato già speso quasi tutto, il secondo lotto dell’opera è stato finanziato con 7,7 milioni dalla Regione e per completare l’opera il Comune ha ottenuto la stessa somma grazie al Pnrr. «I fondi del Pnrr», conclude il sindaco D’Alberto, «raddoppiano il finanziamento su cui si sta sviluppando questo cantiere e ci permetteranno di intervenire anche sull'area circostante il teatro, riqualificando largo Paris e creando una connessione diversa con la vicina piazza Verdi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA