Telecamere antifurto nella chiesa
Il parroco espone un cartello: «Se preghi ti guarda Dio, se rubi ti vedo io»
ATRI. Ambita manco fosse il caveau di un banca, in tempi di crisi anche la cassetta delle offerte dei fedeli è videosorvegliata per scoraggiare i ladri. Succede ad Atri, nella chiesa di San Gabriele dell'Addolorata, nel quartiere di Croce Sant'Antonio, dove la parrocchia si è dotata di telecamere per impedire il ripetersi dei furti delle offerte.
La notizia ieri ha fatto il giro delle tv nazionali dopo essere stata rilanciata da un servizio del giornalista Gabriele Mastellarini del Tgr Abruzzo.
«Se preghi ti guarda Dio, se rubi ti vedo io». Questo il cartello affisso nella chiesa di San Gabriele, sotto le statue del santo e della Madonna. L'avviso di "area videosorvegliata" sta lì ad indicare la presenza di quattro telecamere a circuito chiuso che, grazie agli schermi installati in sacrestia, permettono di controllare tutti i movimenti in chiesa.
L'idea è dell'ex parroco, don Paolo Pallini, ed è stata sposata anche dal suo successore don Berardo Di Domenicantonio. Tanto rumore per pochi spiccioli? Non si direbbe, visti i numerosi tentativi e colpi messi a segno in parrocchia negli ultimi anni. Qualche anno fa i ladri portarono addirittura via il pesante contenitore per le offerte in acciaio blindato e diverse volte i malviventi hanno tentato, senza successo, di forzare la porta della sacrestia, anche in pieno giorno.
Se nemmeno la sacralità del luogo è riuscita ad arrestare il fenomeno, quale modo più originale, dunque, di questo "Grande Fratello" all'ombra dell'altare per ricordare ai fedeli e ai potenziali ladruncoli il settimo dei comandamenti, ovvero «non rubare»?
La notizia ieri ha fatto il giro delle tv nazionali dopo essere stata rilanciata da un servizio del giornalista Gabriele Mastellarini del Tgr Abruzzo.
«Se preghi ti guarda Dio, se rubi ti vedo io». Questo il cartello affisso nella chiesa di San Gabriele, sotto le statue del santo e della Madonna. L'avviso di "area videosorvegliata" sta lì ad indicare la presenza di quattro telecamere a circuito chiuso che, grazie agli schermi installati in sacrestia, permettono di controllare tutti i movimenti in chiesa.
L'idea è dell'ex parroco, don Paolo Pallini, ed è stata sposata anche dal suo successore don Berardo Di Domenicantonio. Tanto rumore per pochi spiccioli? Non si direbbe, visti i numerosi tentativi e colpi messi a segno in parrocchia negli ultimi anni. Qualche anno fa i ladri portarono addirittura via il pesante contenitore per le offerte in acciaio blindato e diverse volte i malviventi hanno tentato, senza successo, di forzare la porta della sacrestia, anche in pieno giorno.
Se nemmeno la sacralità del luogo è riuscita ad arrestare il fenomeno, quale modo più originale, dunque, di questo "Grande Fratello" all'ombra dell'altare per ricordare ai fedeli e ai potenziali ladruncoli il settimo dei comandamenti, ovvero «non rubare»?
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