Teramano derubato dell’identità: vittima di truffe sui siti online
Un 60enne denuncia il furto dei dati personali: i cyber ladri li utilizzano per attivare un conto postale Il sistema usato per intascare i pagamenti della vendita di telefonini mai arrivati agli acquirenti
TERAMO. ll furto d’identità digitale è uno dei pericoli più grandi che si corrono nell’era dell’online. Negli ultimi tempi i reati di questo tipo sono aumentati in maniera esponenziale, portando ad innalzare notevolmente l’attenzione su un tema che non sempre viene compreso a fondo dagli utenti del web. Cioè tutti noi. Navigare online, infatti, espone a dei rischi concreti soprattutto per le persone meno avvezze alle nuove tecnologie che, non a caso, risultano essere tra quelle maggiormente soggette al furto d’identità digitale. Come è capitato a un 60enne teramano che solo quando è stato contattato da una donna che chiedeva un telefonino sostenendo di averlo pagato ha avuto il sospetto che ci fosse qualcosa di strano.
Così ha scoperto di essere stato vittima di un furto di identità, probabilmente avvenuto nell’aprire qualche link ricevuto, e che con le sue credenziali qualcuno aveva aperto un conto corrente postale con cui farsi pagare per l’acquisto di telefonini venduti online. Venduti, pagati, ma mai consegnati agli acquirenti. Il teramano ha presentato una denuncia per sostituzione di persona e ora spera solo che nell’infinita galassia web non ci siano altri documenti con le sue credenziali rubate. Una minaccia, quella dei furti di identità, molto più diffusa di quanto l'utente internet possa immaginare. Perché sono sempre più frequenti i grandi attacchi di cyber criminali che entrano in server internazionali facendo incetta di dati personali degli utenti. Sistemi che si aggiungono alle tecniche più classiche, “phishing” o “malware” usati dai criminali per sottrarre dati dai pc o dai cellulari degli utenti. In questo caso la donna è stata derubata con la truffa del “phishing”. Si tratta di un sistema che consiste nell’inviare false e-mail o falsi sms spacciandosi per banca o poste al fine di spingere la vittima ad inoltrare i propri dati personali, come numero della carta o della postepay, per poi utilizzarli per operazioni di clonazioni. La comunicazione può sembrare ufficiale poiché viene utilizzato il logo, il nome e il layout tipico dell’azienda imitata. Con l’email si invita quindi il destinatario a collegarsi tramite un link a un sito internet del tutto simile a quello della banca o delle poste e ad inserirvi, generalmente attraverso una finestra che si apre dallo stesso link, tutte le informazioni riservate. Come difendersi? La migliore arma è la prevenzione e su questo ormai da tempo insistono gli esperti del compartimento regionale della polizia postale (diretto da Elisabetta Narciso) che da qualche tempo, così come successo a livello nazionale, è diventato centro operativo di sicurezza cibernetica. Quasi a voler sottolineare anche con le parole l’attività posta a tutela della sicurezza contro il cybercrimine.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Così ha scoperto di essere stato vittima di un furto di identità, probabilmente avvenuto nell’aprire qualche link ricevuto, e che con le sue credenziali qualcuno aveva aperto un conto corrente postale con cui farsi pagare per l’acquisto di telefonini venduti online. Venduti, pagati, ma mai consegnati agli acquirenti. Il teramano ha presentato una denuncia per sostituzione di persona e ora spera solo che nell’infinita galassia web non ci siano altri documenti con le sue credenziali rubate. Una minaccia, quella dei furti di identità, molto più diffusa di quanto l'utente internet possa immaginare. Perché sono sempre più frequenti i grandi attacchi di cyber criminali che entrano in server internazionali facendo incetta di dati personali degli utenti. Sistemi che si aggiungono alle tecniche più classiche, “phishing” o “malware” usati dai criminali per sottrarre dati dai pc o dai cellulari degli utenti. In questo caso la donna è stata derubata con la truffa del “phishing”. Si tratta di un sistema che consiste nell’inviare false e-mail o falsi sms spacciandosi per banca o poste al fine di spingere la vittima ad inoltrare i propri dati personali, come numero della carta o della postepay, per poi utilizzarli per operazioni di clonazioni. La comunicazione può sembrare ufficiale poiché viene utilizzato il logo, il nome e il layout tipico dell’azienda imitata. Con l’email si invita quindi il destinatario a collegarsi tramite un link a un sito internet del tutto simile a quello della banca o delle poste e ad inserirvi, generalmente attraverso una finestra che si apre dallo stesso link, tutte le informazioni riservate. Come difendersi? La migliore arma è la prevenzione e su questo ormai da tempo insistono gli esperti del compartimento regionale della polizia postale (diretto da Elisabetta Narciso) che da qualche tempo, così come successo a livello nazionale, è diventato centro operativo di sicurezza cibernetica. Quasi a voler sottolineare anche con le parole l’attività posta a tutela della sicurezza contro il cybercrimine.
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