Teramo, a processo per violenza sessuale sulla figlia della convivente
Un 37enne indonesiano rinviato a giudizio per aver abusato di una ragazzina minore di 14 anni. Secondo l’accusa le avrebbe inviato anche immagini pornografiche su whatsapp
TERAMO. E’ un’accusa pesantissima quella da cui dovrà difendersi in un’aula di tribunale: aver violentato la figlia della sua convivente, una ragazzina all’epoca dei fatti minore di 14 anni.
Per questo un 37enne indonesiano ieri mattina è stato rinviato a giudizio dal gup Roberto Veneziano che ha fissato per il 5 maggio del 2017 la prima udienza del processo. La mamma della ragazzina (assistita dall’avvocato Eugenio Galassi) si è costituita parte civile.
Al termine dell’udienza preliminare, inoltre, il giudice ha confermato la misura del divieto di avvicinamento alla giovane da parte dell'uomo.
I fatti contestati al 37enne risalgono ad un periodo che va dal 2014 al 2015, con la denuncia arrivata sul tavolo del pm Irene Scordamaglia che all'esito delle indagini aveva chiesto prima la misura del divieto di avvicinamento dell’uomo e successivamente il processo. All'uomo vengono contestati sia la violenza sessuale, aggravata dall'età della ragazza all’epoca dei fatti minore di 14 anni, e dall'abuso di relazioni domestiche e di coabitazione, sia la corruzione di minorenne aggravata oltre al reato di molestie. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini l'uomo, dopo aver in un primo momento palpeggiato la giovane, in più occasioni l'avrebbe costretta ad avere con lui rapporti sessuali.
Ma non solo. Perchè in un'occasione si sarebbe anche masturbato davanti alla minorenne e le avrebbe inviato più volte immagini pornografiche tramite whatsapp oltre a messaggi nei quali la invitava a dormire da sola.
A denunciare i fatti era stata la mamma della ragazzina che appena si era accorta del disagio manifestato dalla figlia aveva subito fatto la segnalazione alla polizia. Successivamente erano scattate le indagini e all’esito degli accertamenti il pm Scordamaglia aveva chiesto ed ottenuto dal gip la misura del divieto di avvicinamento dell’uomo alla ragazzina. Dopo l’avviso di conclusione delle indagini, il pm ha chiesto il rinvio a giudizio. Richiesta che ieri mattina è stata accolta dal giudice.
Ora tutte le accuse dovranno essere provate nel corso del dibattimento che inizierà il prossimo anno davanti al tribunale in composizione collegiale.(d.p.)
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