Teramo, anziana truffata in casa dal finto avvocato
Una 85enne teramana consegna soldi e gioielli all’uomo che si spaccia per legale: «Servono per tuo figlio che ha avuto un incidente ma ha l’assicurazione scaduta»
TERAMO. I tempi sono lenti. Come succede spesso in questo Paese. E così mentre in Commissione giustizia alla Camera ormai da mesi si lavora ad una nuova norma per inasprire le pene per chi truffa gli anziani, i raggiri continuano con numeri da bollettino di guerra. Qualche giorno fa a Teramo l’ultima del finto avvocato che si è fatto consegnare soldi e gioielli da un’anziana per un bottino complessivo di circa 4mila euro. Indagano i carabinieri che ancora una volta lanciano l’appello: «Non fidatevi, chiamate subito, avvisate i vostri familiari». Ma quando gli anni pesano nulla è semplice. Ed allora ecco i falsi operai dell’Enel, i falsi medici, i falsi ispettori, i falsi avvocati pronti ad approfittarne. Così come è nuovamente successo in città dove già in passato il finto avvocato ha fatto vittime. L’ultima qualche giorno fa. Una donna di 85 anni che ha ricevuto la telefonata dell’uomo pronto a spacciarsi per un avvocato. «Suo figlio ha avuto un incidente stradale», dice all’anziana, «ma era con l’assicurazione scaduta e per questo è stato fermato dai carabinieri. Bisogna intervenire ma ci vogliono i soldi».
La trappola scatta subito. L’anziana dice che in casa ha pochi euro, ma ha dei gioielli che può dare. «Va bene», risponde l’anonimo interlocutore, «tra qualche ora mando un mio collaboratore a ritirare il tutto». Il tutto sono i ricordi di una vita e anche la fede insieme a quella banconota da cento euro lasciata in casa per le emergenze dell’ultimo momento. «Mi raccomando mio figlio» è il pensiero dell’anziana. Che solo quando il familiare chiama scopre che quell’incidente non c’è mai stato e che non esiste nessun avvocato chiamato dal figlio. Poi la denuncia ai carabinieri della compagnia di Teramo e un senso di insicurezza che non passerà più.
Intanto, ormai da mesi, una nuova norma è all’esame della commissione Giustizia della Camera per tutelare gli anziani che rimangono vittime di raggiri e truffe: si tratta di un disegno di legge che inasprisce le pene per chi si approfitta degli ultrasessantacinquenni e della loro condizione di debolezza, smarrimento o di difficoltà. Insieme alle sanzioni e alle pene più severe per chi compie reati di questo genere, vengono introdotte due misure per contenere sul nascere il fenomeno: l’arresto in flagranza obbligatorio e la determinazione a vincolare la sospensione condizionale della pena alle restituzioni e al risarcimento del danno. Ma cosa cambia rispetto alle leggi già in vigore? Oggi la truffa è punita con il carcere da sei mesi a tre anni e una multa compresa tra i 50 e i mille euro. Se l'iter legislativo dovesse avere successo la reclusione salirà da uno a cinque anni e la multa da 300 euro fino a oltre 1.500.
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