Teramo, barca a vela sparita nella bancarotta ritrovata nel porto di Durazzo
Era nella disponibilità di una società teramana che si occupava anche di servizi turistici. Dopo mesi di ricerche la Finanza la trova in Albania, avviate le procedure per riportarla in Italia
TERAMO. L’hanno cercata per mesi, controllando minuziosamente i registri di decine di porti italiani ed esteri. Fino a quando quella barca a vela sparita, o meglio distratta, dai beni di una società teramana coinvolta in un’inchiesta per bancarotta fraudolenta è stata trovata ormeggiata nel porto di Durazzo.
I finanzieri, delegati dal pm Davide Rosati (titolare del fascicolo), hanno trovato la barca, un natante di medie dimensioni, in Albania e, molto probabilmente, sono riusciti ad arrivare prima che partisse per altre destinazioni, forse più difficili da individuare e sicuramente con procedure più complesse da seguire per un eventuale rientro. Ora la barca è pronta per essere riportata in Italia e per questo la curatela fallimentare ha avviato tutte le procedure burocratiche necessarie e previste tra l’Albania e l’Italia in situazioni di questo genere. L’inchiesta del pm Rosati è stata aperta per bancarotta fraudolenta per distrazione ed è nata quasi un anno fa.
Va detto che il natante trovato ormeggiato nel porto di Durazzo era nella disponibilità della società, che in passato si è occupata anche di servizi turistici, come un bene in leasing visto che, prima dell’inchiesta per bancarotta, ne era in corso il pagamento. Le nuove normative in materia di curatela fallimentare, recentemente ribadite da una sentenza della Cassazione, hanno sancito che rientrano nella massa fallimentare tutti i beni che sono nella disponibilità della società fallita. Sono compresi tra questi beni anche quelli detenuti in forza di locazione finanziaria. Secondo il recente pronunciamento della Suprema corte la disponibilità di fatto postula l’avvenuta consegna del bene oggetto di contratto di leasing. Perciò la relativa appropriazione, da parte degli stessi amministratori della società, integra distrazione in quanto la sottrazione o dissipazione del bene comporta un pregiudizio per la massa fallimentare che viene quindi privata del valore dello stesso (conseguibile mediante riscatto al termine del rapporto negoziale) e gravata dall’ulteriore onere economico scaturito dall’ inadempimento dell’obbligo di restituzione. Fin qui le regole che disciplinano il complesso comparto: resta da ricostruire, e questo è ancora materia d’indagine, l’iter seguito per spostare da un Paese all’altro un bene oggetto di un’inchiesta. L’esistenza della barca è stata subita scoperta da investigatori e inquirenti nel corso dell’esame della corposa documentazione. Ma è bastato poco per rendersi conto che quel bene non era più nella disponibilità della società. Fino a quando non sono scattate le ricerche certosine fatte in decine di porti: la barca della società teramana era ormeggiata a Durazzo.(d.p.)
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