Teramo, certificati facili a bar e ristoranti: indagate 150 persone alla Asl
Sotto accusa il dipendente che li rilascia e gli addetti di bar, ristoranti e negozi che dovevano frequentare corsi obbligatori in realtà mai sostenuti. È stata la stessa azienda sanitaria a denunciare il caso
TERAMO. Il rilascio di quei certificati, nel corso del tempo, sarebbe diventato un vero e proprio affare. Sia per chi, materialmente, doveva rilasciarli, sia per chi, pagando direttamente l'interlocutore, evitava di partecipare ai corsi obbligatori sulla manipolazione degli alimenti. Si tratta di corsi destinati a titolari e dipendenti di bar, ristoranti, esercizi ed imprese commerciali che entrano in contatto con cibi e bevande.
Un affare che, secondo la Procura, sarebbe proseguito fino a quando la Asl, durante un normale controllo, non si sarebbe accorta che qualcosa non andava. Perché il numero di certificati rilasciati dal relativo ufficio dell'azienda sanitaria, ad un certo punto, sarebbe risultato di gran lunga superiore rispetto ai relativi versamenti che gli interessati avrebbero dovuto effettuare sull'apposito conto corrente.
Un'anomalia immediatamente segnalata alla Procura, con il pm Stefano Giovagnoni che a distanza di un anno dall'avvio delle indagini ha iscritto nel registro degli indagati un dipendente della Asl, addetto proprio al rilascio dei relativi certificati, accusato di peculato e corruzione, e 150 privati tra titolari e dipendenti di attività commerciali che, da quanto si apprende, risponderebbero in concorso dell'accusa di corruzione. Accuse gravi e tutte da provare nel successivo iter giudiziario, con le indagini ancora in corso ed investigatori ed inquirenti impegnati attualmente a quantificare le somme di cui l'uomo si sarebbe appropriato ai danni della Asl.
Le indagini, partite un anno fa dopo la segnalazione della stessa azienda sanitaria, avrebbero puntato i riflettori su una miriade di certificati relativi al rilascio o al rinnovo delle relative autorizzazioni per la manipolazione degli alimenti. Gli anni incriminati partirebbero dal 2007, anno in cui il dipendente della Asl avrebbe messo su, secondo gli investigatori, un vero e proprio sistema volto ad appropriarsi di ingenti somme. Perché le somme da versare per il rilascio o il rinnovo dei certificati oscillerebbero tra i 15 e i 40 euro. Soldi che in molti casi i privati avrebbero pagato direttamente nelle mani del dipendente, che si sarebbe ben guardato dal versarli successivamente sul conto della Asl. Da qui l'accusa di peculato, con la Procura che contesta all'uomo anche quella di corruzione, in questo caso in concorso con circa 150 tra titolari e dipendenti di esercizi commerciali. Perché se in alcuni casi, chi pagava quei soldi, partecipava ai corsi ed era del tutto ignaro della truffa, in altri casi gli stessi interessati dopo aver versato le somme dovute si sarebbero risparmiati quelle ore di formazione obbligatoria, ricevendo comunque il relativo attestato. Almeno secondo quanto sarebbe emerso fino ad oggi nel corso delle indagini, condotte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura che in questi mesi hanno ascoltato numerose persone ed effettuato accertamenti a tappeto.
E non è escluso che, nelle prossime settimane, il numero degli indagati possa aumentare. Perché, a distanza di un anno, sarebbero ancora molti i periodi interessati che gli investigatori starebbero scandagliando a tappeto.
Alessia Marconi
©RIPRODUZIONE RISERVATA