Teramo, gemellaggio con Siena nel nome di Santa Caterina 

Il sindaco D’Alberto offre l’olio benedetto per la lampada votiva della compatrona d’Italia e d’Europa Nella delegazione aprutina anche il vescovo Leuzzi. E il coro Nisea si esibisce nella cattedrale toscana

SIENA. Ieri mattina, nella splendida cornice del Portico dei Comuni, nel santuario-casa di Santa Caterina in Fontebranda, a Siena, il sindaco Gianguido D’Alberto, in rappresentanza della Città di Teramo e di tutti i Comuni italiani, ha offerto l’olio per la lampada votiva di Santa Caterina, compatrona d’Italia e d’Europa. L’olio, lo scorso 29 aprile, era stato benedetto dal vescovo di Teramo-Atri Lorenzo Leuzzi nella cattedrale di San Berardo. La cerimonia ha rappresentato l’evento conclusivo delle celebrazioni cateriniane, che quest’anno hanno visto una sorta di gemellaggio di Siena con la città e la diocesi teramane grazie ai buoni uffici del prefetto di Teramo Fabrizio Stelo, senese di nascita.
«Per la città di Teramo essere qui oggi, ad offrire l’olio per la lampada votiva di Santa Caterina, compatrona di Italia e d’Europa, rappresenta un momento di straordinario orgoglio», ha detto il sindaco D’Alberto nel suo discorso, «anche perché si tratta della prima volta, dopo tanti anni, che ciò accade per una Chiesa e un Comune fuori dall’arcidiocesi di Siena. È, questo, un gesto dal significato profondo, che va a simboleggiare in maniera intensa i legami che uniscono i Comuni italiani, fondamenta del nostro Paese». Nel suo intervento D’Alberto ha ricordato l’impegno di Santa Caterina per la pace, la sua attività a sostegno dei malati, degli ultimi, i suoi richiami alla politica intesa come pura ricerca del bene comune, «i valori che attraverso le sue lettere a papi, cardinali e sovrani di tutta Europa, ci richiamano a lavorare insieme per un mondo diverso, dove nessuno sia lasciato indietro, dove i valori della solidarietà, della pace intesa non solo come assenza di guerra, del rispetto della dignità umana, siano alla base di ogni nostra azione, individuale e collettiva. Nel suo messaggio, così contemporaneo, gli insegnamenti di Santa Caterina sono molteplici e ci toccano da vicino, soprattutto noi, amministratori della cosa pubblica», ha proseguito il primo cittadino, «Santa Caterina con i suoi scritti e la sua instancabile attività, richiama al valore intoccabile del bene comune e al perseguimento della giustizia come strumento per assicurarlo. Garantire il bene comune vuol dire combattere le disuguaglianze, vuol dire combattere la povertà, vuol dire governare la cosa pubblica mettendo sempre al centro la persona, proprio come Santa Caterina ha sottolineato per tutta la vita». Un impegno che, ha sottolineato il sindaco, deve interessare anche e soprattutto il processo di pace. «Oggi è il tempo di tornare a costruire un presente e un futuro di pace, di superare le divisioni interne alle nostre comunità, tra i nostri territori, all’interno del Paese e tra i Paesi del mondo», ha concluso D’Alberto, «è il tempo di riscoprire la pace come dimensione individuale che si apre a una dimensione collettiva, in relazione alla comunità e tra le comunità, come Santa Caterina ci ha insegnato».
Alla tre giorni di celebrazioni cateriniane, cominciata venerdì, ha partecipato una folta delegazione teramana, guidata oltre che dal sindaco dal vescovo Lorenzo Leuzzi. Nella maestosa cattedrale di Siena, venerdì, si è esibito il coro teramano Nisea, diretto dalla maestra Claudia Morelli. (red.te)
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