Teramo, in piazza per chiedere: liberate Rosci

Azione antifascista manifesta per il compagno accusato di devastazione

TERAMO. «Davide per noi è come un fratello maggiore, il nostro motore, e per lui continueremo a portare avanti i nostri ideali e le nostre battaglie». I ragazzi di Azione antifascista si sono riuniti, ieri sera, in piazza Sant'Agostino.

Hanno manifestato la loro solidarietà nei confronti del compagno Davide Rosci, agli arresti domiciliari con l'accusa di aver preso parte agli scontri di Roma tra manifestanti e forze dell'ordine del 15 ottobre scorso. Tutto intorno striscioni e bandiere e nell'aria risuonava la musica dei 99 Posse.

Più di un centinaio i partecipanti, provenienti anche da fuori provincia, che prima di cominciare il dibattito hanno intonato cori nei quali chiedevano la liberazione immediata dell'amico. Tra loro anche il fratello dell'arrestato, che ha rassicurato tutti dicendo: «In questo momento Davide è più carico che mai».

Solidarietà anche per gli altri quattro arrestati teramani «che non fanno parte del movimento», chiariscono, «ma che sono vittime, anche loro, di chi alimenta la rabbia attraverso politiche di macelleria sociale». Tra i vari punti toccati nella discussione anche i recenti Daspo comminati a cinque ultras del Teramo. Vicinanza è stata espressa nei loro confronti, ma i ragazzi di Azione antifascista hanno tenuto a precisare che spesso si fa confusione tra i due movimenti che, in realtà, sono due cose ben distinte. «Siamo qui», hanno detto, «per affermare che nell'ultimo periodo siamo stati criminalizzati ingiustamente e che a Roma il nostro compagno era assieme a tante altre persone che avevano solo un desiderio: riprendersi il futuro»

Anche la madre di Davide Rosci ha rotto il silenzio per difendere il figlio. «Non è un eversivo», ha detto, «ma è andato a Roma per manifestare in modo legittimo assieme a 100mila giovani indignati. Quel giorno la piazza è stata bloccata, sono stati lanciati i lacrimogeni e Davide si è ritrovato dentro ad una cosa più grande di ciascuno di noi, che non è stata voluta da lui».

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