Teramo: intesa sulla cassa integrazione all'Ipersimply
Dopo 9 ore di trattative firmato il primo accordo azienda-sindacati. Adesso la parola finale passa al ministero
TERAMO. Firmato un primo accordo sul futuro del lavoratori dell’Ipersimply. Dopo nove ore di estenuanti trattative le parti hanno firmato un’intesa che dovrà essere portata al ministero del Lavoro per avviare la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. L
La riunione è iniziata, in Provincia, alle 12. Oltre ai due sindacalisti di Cisl e Cgil erano presenti il sindaco Gianguido D’Alberto e il consigliere Andrea Core, il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino e il responsabile del servizio relazioni industriali Pierluigi Babbicola, per la Sma i dirigenti Dario Bresciani e Dante Traini. Ci sono stati momenti di tensione, di forte attrito fra le parti ma alla fine si è arrivati a un’ipotesi di accordo e alle 19 è stata convocata un’assemblea del personale per approvarlo o meno. Erano presenti 38 dipendenti: dopo una lunga discussione legata alla possibilità che l’azienda trattenga dal Tfr la Cigs anticipata se non sarà concessa, 37 hanno votato a favore e uno contro. La firma c’è stata alle 21
«E’ stata una trattativa molto dura», dichiarano Emanuela Loretone (Filcams Cgil) e Luca Di Polidoro (Fisascat Cisl), «l’azienda mantiene il piano di trasferimenti che manda le persone anche a 190 chilometri di distanza: è stato questo il punto fondamentale di discussione. Ma siamo giunti alla formulazione dell’ipotesi di accordo tale da lasciare gli spazi per una trattativa al ministero del Lavoro». Solo nella riunione a Roma si saprà con certezza se sarà concessa la Cigs. Intanto qualche lavoratore ha accettato il trasferimento, altri lo stanno valutando, ma la maggioranza – tutte donne e part time – non può trasferirsi tanto lontano.
«Siamo parzialmente soddisfatti: eravamo partiti che da fine settembre ci poteva essere dismissione totale del punto vendita e invece i lavoratori restano assunti fino a quando non si otterrà la Cigs», commentano i sindacalisti al termine dell’incontro. Resta, certo, il dubbio sull’approvazione della Cigs ma «se andrà a buon fine, partendo da una situazione disperata, potremmo dire di aver costruito la miglior situazione possibile. Tantopiù che possiamo ragionare seriamente sull’eventualità di una riconversione», sottolineano i sindacalisti.
Un’alternativa, infine, è l’esodo incentivato: 10 mensilità più il preavviso a chi va via nei primi due mesi di Cigs, sei più il preavviso chi va via entro il sesto mese e due mensilità più il preavviso per chi va via dal settimo mese alla fine della Cigs.
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