Teramo, l’acquedotto del Ruzzo ha 70 milioni di debiti
Il presidente Scuteri: «Sono 60 quelli accumulati dal centrosinistra fino al 2011 ora non possiamo più fare investimenti e cerchiamo risorse dal fotovoltaico»
TERAMO. Il Ruzzo ha debiti per 70 milioni di euro. A fare chiarezza sulla situazione economica della società che distribuisce l'acqua a circa 40 comuni del Teramano è il presidente Vittorio Scuteri. Dopo le accuse lanciate dal circolo di Roseto di Sel, secondo cui le faide interne al Pdl a cui fa capo l'attuale gestione starebbero affossando il Ruzzo, il massimo rappresentante dell'azienda ricostruisce le tappe che hanno portato a un indebitamento così pesante. «Il 13 maggio del 2008, data della fusione tra Ruzzo Reti (presidente Giacomo Di Pietro del Pd) e Ruzzo Servizi (presidente Giuseppe Casalena del Pd) i rispettivi debiti verso fornitori, banche, Ato e Sorit ammontavano a 2.389.969 euro e 48.839,038 euro». Il 1° gennaio del 2010, inoltre, la società incorporava la Spt, che portava in dote passività per 19.352.682 euro. «Per effetto di una reciproca compensazione debitoria la fusione faceva registrare per l'unica società rimasta Ruzzo Reti un debito di 46.883.222 euro», prosegue Scuteri, «al momento della cessazione dall'incarico del presidente Di Pietro, quest'ultimo lasciava in eredità a Claudio Strozzieri, insediatosi il 28 luglio del 2011, circa 60 milioni di euro di debiti».
Nell'anno successivo, durante il quale la società è stata temporaneamente gestita da Carlo Ciapanna, membro del cda con incarico di vicepresidente, la posizione debitoria è stata appesantita di ulteriori dieci milioni. «A tutt'oggi, dopo sette mesi dal mio insediamento, il debito è di circa 70 milioni di euro», evidenzia Scuteri, «a fronte di questa abnorme esposizione, che viene da lontano, il sottoscritto giocoforza ha dovuto limitare, ancor più di quanto abbia fatto Strozzieri, l'attività della società alla gestione ordinaria e straordinaria degli impianti, soprassedendo al momento a investimenti a carico del bilancio e realizzando solo quelli finanziati da fondi regionali e statali». Nel frattempo, il cda ha avviato «un'opera di riassetto strutturale e funzionale che ha già portato risultati».
Nella seduta di ieri del consiglio di amministrazione è stato approvato il regolamento sugli appalti. «Sono state fissate regole trasparenti», chiarisce Scuteri, «che garantiscono il passaggio dall'affidamento diretto dei lavori a quello attraverso gara pubblica». Per lo smaltimento del debito, inoltre, è stato stabilito che «i pagamenti verranno effettuati in proporzione ai rispettivi creditori, senza nessun vantaggio a chicchessia». La società è anche impegnata nel reperimento di risorse «che nulla hanno a che fare con le tariffe e che anzi produrranno un miglioramento dei servizi attraverso impianti fotovoltaici e idroelettrici». Scuteri chiarisce, tra l'altro, la questione degli stipendi dei 22 lavoratori interinali. «Non c'è alcun allarme», afferma, «a febbraio l'azienda ha anticipato una parte del dovuto nella consapevolezza che l'erogazione completa avverrà entro fine mese».
Gennaro Della Monica
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