Teramo, l’ombra di Mafia Capitale sull'appalto della mensa Asl

Coop del gruppo La Cascina partecipa alla gara per la mensa: l’azienda tenta di escluderla ma per legge deve riammetterla. Sono stati cambiati gli amministratori e così è stata superata l’interdittiva antimafia del prefetto Gabrielli 

TERAMO. Mafia Capitale non è poi tanto lontana, anzi. La tranquilla Teramo, la città un po’ isolata che proprio per questo rimane fuori dai grandi giri malavitosi, si ritrova ad aver a che fare con uno dei perni dell’inchiesta sul “Mondo di mezzo”, il gruppo di cooperative La Cascina. Una cooperativa che fa capo al gruppo romano, infatti, ha partecipato alla mega gara d’appalto per i servizi di ristorazione della Asl di Teramo. Un affare da 28 milioni 999mila euro, che fa gola a molti.

E il gruppo coinvolto nell’inchiesta del procuratore capo Giuseppe Pignatone, il gruppo che secondo i magistrati della Dda della procura e i carabinieri del Ros era incardinato nell’organizzazione criminale gestiao dall’ex terrorista dei Nar – e membro della banda della Magliana – Massimo Carminati e dal suo braccio destro Salvatore Buzzi, ha puntato dritto alla Asl di Teramo. E ha presentato la propria offerta per partecipare alla gara indetta nel febbraio scorso. Sette le offerte arrivate, fra cui quella di una cooperativa riconducibile a La Cascina.

Alla Asl di Teramo non è sfuggito il collegamento, tantopiù che il 9 luglio scorso ha acquisito un decreto del prefetto di Roma da cui risulta che nei confronti di una serie di cooperative coinvolte in Mafia Capitale è stato emesso un provvedimento di informativa interddittiva antimafia. Di conseguenza, in base al decreto legislativo 163 del 2006 sono esclusi dalla partecipazione alle procedure di affidamento i soggetti «nei cui confronti è stata applicata la sanzione interdittiva» in questione. Per questo la cooperativa è stata esclusa. Ma in Italia, si sa, è vero tutto e il contrario di tutto. E la certezza del diritto sparisce in un groviglio di norme. Ed ecco che la cooperativa invischiata in Mafia Capitale ha chiesto alla Asl di essere riammessa alla gara. In sostanza il tribunale di Roma il 27 luglio ha disposto l’amministrazione giudiziaria per 6 mesi del gruppo La Cascina e quindi sono stati nominati tre nuovi amministratori, per cui è finito il commissariamento disposto dalla prefettura di Roma. In sostanza, con la nomina dei nuovi vertici è venuto meno il presupposto del provvedimento interdittivo antimafia. Tre nuovi amministratori e dalla black list le cooperative del “Mondo di mezzo” sono tornate nella white list. Più veloce di una centrifuga in lavatrice.

Se la cooperativa – che gestisce servizi in tutta Italia, tanto che a luglio le furono revocati appalti a Palermo come ad Aosta – approderà alla Asl di Teramo lo si saprà a breve: l’azienda sanitaria aggiudicherà l’appalto per 5 anni dei servizi di ristorazione entro fine settembre.

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