Teramo, l'università riesce a bloccare MoffaStop al master: crediti formativi non sufficienti
Il retroscena. Nonostante la lezione su revisionismo e negazione della Shoah, Claudio Moffa non può essere rimosso dall'incarico. L'università esce dall'impasse senza entrare nel merito, né stigmatizzare quanto accaduto in aula: il nucleo di valutazione dei crediti ha comunicato al consiglio d'ammistrazione che il master non può essere riproposto perché non garantisce crediti sufficienti
TERAMO. «Non c'è alcun documento di Hitler che dicesse di sterminare tutti gli ebrei». Con questa frase shock Claudio Moffa, il docente revisionista, torna a Teramo e gela l'Italia. Il suo master scatena una bufera sull'università. Costringe il rettore, Rita Tranquilli Leali, a trincerarsi dietro il silenzio. E spinge Enrico Del Colle, da appena sette giorni preside di Scienze politiche, a prendere tempo, rinviando qualunque provvedimento contro Moffa al senato accademico del 12 ottobre e al consiglio di facoltà del 13. Persino il ministro Gelmini in serata dichiara che «i docenti che seminano odio non possono insegnare nelle università».
LE REAZIONI IN UNIVERSITA' I docenti di Scienze politiche contro Moffa
REPUBBLICA.IT Lezioni di negazionismo all'università | VIDEO: la lezione di Claudio Moffa
LA LETTERA Una vittima della Shoah scrive al rettore: "Condannatelo a un tour ad Auschwitz"
Ma Moffa resta al suo posto nel master dei veleni. «Nessuno di noi poteva sapere prima quello che avrebbe detto a lezione», dice l'ex preside, Adolfo Pepe, e ora nessuno può cacciare Moffa «perché l'università deve lasciare piena autonomia di insegnamento ai docenti», dice Del Colle. Questo è quanto è accaduto ieri. Ma dietro le quinte la vincenda è diversa.
Il master di Moffa, che ha indignato ebrei, politici di sinistra e destra, e decine di docenti storici teramani, è stato in realtà bloccato dall'università. E' il retroscena principale di questa vicenda che, dopo tre anni, fa tornare Teramo alla ribalta per il "negazionista" Moffa. L'università ha infatti detto stop al corso perché non ha crediti sufficienti. Non è entrata nel merito, né ha stigmatizzato quanto è accaduto il 25 settembre scorso quando Moffa ha concluso il master con citazioni e frasi contro la Shoah. Ma il nucleo di valutazione dei crediti ha comunicato al consiglio d'ammistrazione che il master non può essere riproposto. C'è però anche un altro retroscena che ieri, nel giorno dell'indignazione generale (tranne che di Forza Nuova e di Moffa che su Facebook ringrazia per l'attenzione nei suoi confronti Augusto Minzolini, direttore del Tg1), non è emerso.
È il retroscena che spiega il silenzio del rettore che in facoltà si sarebbe fatta sfuggire la frase: sono sconvolta dall'accaduto. Ma è stata proprio lei a lanciare il master: lo svela lo stesso Moffa che ha pubblicato sul suo sito il video della presentazione a Teramo, che ha preceduto quella in pompa magna a Roma nientemeno che nella sala polifunzionale di palazzo Chigi.
«Master Enrico Mattei in vicino e medio Oriente», era il titolo. Il 18 dicembre 2009 Rita Tranquilli Leali lo illustra in facoltà. E accanto a lei c'è Moffa mentre il rettore dichiara: «Rinizia un approfondimento di tematiche di particolare rilevanza, non solo culturale, ma pure sociale», e conclude: «E' quanto mai di attualità che voi ragazzi cominciate ad imparare cosa vuole dire la cultura dell'Islam».
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Ma Moffa resta al suo posto nel master dei veleni. «Nessuno di noi poteva sapere prima quello che avrebbe detto a lezione», dice l'ex preside, Adolfo Pepe, e ora nessuno può cacciare Moffa «perché l'università deve lasciare piena autonomia di insegnamento ai docenti», dice Del Colle. Questo è quanto è accaduto ieri. Ma dietro le quinte la vincenda è diversa.
Il master di Moffa, che ha indignato ebrei, politici di sinistra e destra, e decine di docenti storici teramani, è stato in realtà bloccato dall'università. E' il retroscena principale di questa vicenda che, dopo tre anni, fa tornare Teramo alla ribalta per il "negazionista" Moffa. L'università ha infatti detto stop al corso perché non ha crediti sufficienti. Non è entrata nel merito, né ha stigmatizzato quanto è accaduto il 25 settembre scorso quando Moffa ha concluso il master con citazioni e frasi contro la Shoah. Ma il nucleo di valutazione dei crediti ha comunicato al consiglio d'ammistrazione che il master non può essere riproposto. C'è però anche un altro retroscena che ieri, nel giorno dell'indignazione generale (tranne che di Forza Nuova e di Moffa che su Facebook ringrazia per l'attenzione nei suoi confronti Augusto Minzolini, direttore del Tg1), non è emerso.
È il retroscena che spiega il silenzio del rettore che in facoltà si sarebbe fatta sfuggire la frase: sono sconvolta dall'accaduto. Ma è stata proprio lei a lanciare il master: lo svela lo stesso Moffa che ha pubblicato sul suo sito il video della presentazione a Teramo, che ha preceduto quella in pompa magna a Roma nientemeno che nella sala polifunzionale di palazzo Chigi.
«Master Enrico Mattei in vicino e medio Oriente», era il titolo. Il 18 dicembre 2009 Rita Tranquilli Leali lo illustra in facoltà. E accanto a lei c'è Moffa mentre il rettore dichiara: «Rinizia un approfondimento di tematiche di particolare rilevanza, non solo culturale, ma pure sociale», e conclude: «E' quanto mai di attualità che voi ragazzi cominciate ad imparare cosa vuole dire la cultura dell'Islam».
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