Teramo, la Team fa debiti per pagare le tasse

Così l'azienda pesa sulle nostre tasche: invece di versare gli arretrati ha scelto la via dei ricorsi e li ha persi. Poi la somma è cresciuta ed è stato chiesto un prestito di oltre 3 milioni e mezzo

TERAMO. Un debito di oltre tre milioni mezzo per pagare tasse arretrate. C’è anche questo nel bilancio della Team (quello del 2013, l’ultimo disponibile), la società pubblico-privata che si occupa dei rifiuti. Un debito che, anche se indirettamente, si riversa sulla Tari, la tassa pagata dai cittadini per coprire i costi del servizio. Ma la cosa che fa più arrabbiare è che questo debito si poteva evitare se a suo tempo le tasse fossero state pagate regolarmente: il bilancio della Team sarebbe stato più “leggero” e di conseguenza anche i costi a carico dei cittadini. Di quanto è difficile dirlo, ma anche pochi euro sarebbero stati graditi.

La vicenda inizia nel lontano 1996, anno in cui viene costituita la Team dalla prima giunta del sindaco Angelo Sperandio, ma i suoi effetti li stiamo ancora pagando. All’epoca le società partecipate dagli enti locali godevano di un regime fiscale agevolato che durò fino a quando l’Europa non si mise di mezzo. Bruxelles aprì la procedura di infrazione contro l’Italia equiparando quegli sgravi fiscali agli aiuti di stato, vietati allora come lo sono oggi, dal momento che tali società agivano in regime di libero mercato, in concorrenza con altre imprese che non godevano delle stesse agevolazioni.

L’Italia si deve adeguare: le agevolazioni vengono cancellate nel 2000 e le società partecipate devono pagare le tasse arretrate. La Team invece non ci sta e prova la via del ricorso. Ci sono poche speranze di vincerlo, ma va avanti lo stesso. E sì che era stata messa in guardia. «Vennero da me per chiedere consiglio», racconta adesso Domenico Bucciareli, all’epoca dirigente dell’Agenzia delle entrate nonché assessore alle finanze della giunta Sperandio», e dissi chiaramente che fare ricorso sarebbe stato inutile: le tasse arretrate andavano pagate e basta».

Consiglio disinteressato ma non ascoltato. I dirigenti della Team dell’epoca imboccano con decisione la strada dei ricorsi nella vana speranza di evitare il pagamento degli arretrati, ma ben consapevoli che in caso di soccombenza le cartelle esattoriali poi sarebbero raddoppiate. Senza contare le spese di consulenza legale per gli avvocati che hanno seguito il contenzioso con l’Agenzia delle entrate. Quindi ricorso alla commissione tributaria di primo grado: perso; ricorso alla commissione tributaria di secondo grado: perso; ricorso in cassazione: perso.

Passano alcuni anni, ma il momento di pagare le tasse arretrate arriva inesorabilmente. La cifra, con more e interessi, nel frattempo è diventa molto rilevante e non resta che chiedere un finanziamento per poterla pagare. Quanto, ce lo spiega lo stesso bilancio Team del 2013, alla voce “debiti verso banche”: «Finanziamento chirografario di euro 3.639.006 di durata settennale, concesso dalla Banca Tercas nel maggio2011, per fare fronte al gravoso impegno finanziario connesso al pagamento delle cartelle esattoriali recanti il recupero degli “aiuti di stato” equivalenti alle imposte non versate negli anni 1996, 1997, 1998 e 1999.come disposto dal D.l. 10/2007: alla chiusura dell’esercizio (cioè alla fine del 2013, ndr) il debito residuo ammonta a euro 2.484.701».La Team, dunque, deve ancora pagare quasi due milioni e mezzo per una scelta non proprio oculata, tanto per usare un eufemismo, fatta negli anni precedenti. Per chi deve pagare la Tari, cioè per tutti noi, non è certo una bella notizia.

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