Teramo mare, inchiesta bis dopo l'alluvione

Dopo quella aperta per la carreggiata crollata nel 2009, nuova indagine per il crollo sfiorato nel mese scorso (foto). La procura teramana concentrata sul modo in cui è stata costruita e sui materiali usati

TERAMO. Inchiesta bis sul crollo sfiorato della Teramo mare. Dopo quella aperta per la carreggiata crollata nel 2009 e per cui ci sono cinque richieste di rinvio a giudizio per progettisti e direttori di lavori dell'Anas, la procura teramana torna ad indagare sulla superstrada. O meglio sul modo in cui è stata costruita e sui materiali usati. Il procuratore Gabriele Ferretti ha aperto un fascicolo per fare chiarezza su quanto avvenuto con l'alluvione del primo marzo: nel tratto tra Sant'Atto e Bellante, in direzione Giulianova e pochi metri dopo quello franato nel 2009, il Tordino ha eroso la carreggiata, scavando preoccupanti solchi. Per questo da marzo su quel tratto non si circola. Farretti ha affidato il fascicolo al pm Stefano Giovagnoni. L'ipotesi di reato per cui la procura prosegue è pericolo di frana. Per ora non ci sono indagati.

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