Teramo, medico non regge allo stress prende troppo Valium e si schianta in auto
Ingerisce una dose eccessiva di tranquillante per affrontare l’ansia del lavoro in pronto soccorso e va fuori strada con l’auto. Poco dopo il ricovero in rianimazione viene anche colpito da infarto
TERAMO. Stare in trincea, lavorare in pronto soccorso. Lo «scenario da guerra» descritto proprio ieri da una dottoressa che lavora al pronto soccorso di Teramo, Isabella Tracanna, in una lettera aperta ai giornali spiega meglio di tante analisi quello che è capitato a un collega. Un medico che lavora in uno dei quattro pronto soccorso della Asl di Teramo. Non riveleremo qual è per tutelare la sua privacy.
Il medico a un certo punto non ce l’ha fatta. Non ce l’ha fatta a sopportare l’enorme carico di lavoro derivante dall’enorme numero di pazienti, non ce l’ha fatta ad affrontare «la sala d’attesa gremita di persone sofferenti, ansiose, preoccupate, talvolta irritate» e poi «le barelle stracolme di persone in attesa di definizione diagnostica», come le definisce la dottoressa Tracanna. E per affrontare lo stress, l’ansia causata dal lavoro in trincea ha ingoiato una corposa dose di Valium. Una dose di tranquillante che l’ha stordito, tanto che, uscito dall’ospedale, nella serata fra venerdì e sabato scorsi, si è messo alla guida della sua auto e ha imboccato l’autostrada. Ha guidato per qualche chilometro sull’A14 e all’altezza del ponte sul Salinello ha avuto un incidente. Ha riportato diverse fratture, le più gravi al bacino, alle gambe, all’acetabolo. Tanto che è stato trasportato d’urgenza nella rianimazione dell’ospedale di Giulianova. Ma, come in un tragico effetto domino, domenica mattina il medico-paziente ha avuto un infarto. E così dalla rianimazione giuliese è stato trasferito d’urgenza in cardiochirurgia, dove è stato sottoposto ad angioplastica e ricoverato nella terapia intensiva cardiochirurgica. Le sue condizioni sono migliorate, così mercoledì pomeriggio è stato riportato all’ospedale di Giulianova. Il medico, probabilmente, ce la farà. E, forse, tornerà al lavoro che tanto l’angustiava. A quel lavoro in trincea da cui aveva chiesto, invano, più volte di essere sollevato. La stessa «voglia di fuggire e di dire basta», come la definisce la dottoressa Tracanna, di cui è rimasto vittima.
(Ha collaborato
Alex De Palo)
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