Teramo, minacce di morte al vescovo Seccia
La missiva anonima contro il vescovo arriva alla redazione del Centro. Gli ispettori della Digos la prelevano e avviano le indagini per scoprire l’autore
TERAMO. Minacce di morte al vescovo Michele Seccia. Una lettera anonima arrivata nella redazione del Centro martedì 15 gennaio riporta pesanti accuse nei confronti dell’alto prelato che culminano nelle minacce di morte.
La lettera è stata immediatamente sequestrata dalla Digos - non a caso ne diamo notizia una settimana dopo, per non intralciare le indagini - e il sostituto procuratore Davide Rosati ha aperto un fascicolo.
Nella missiva, che porta una firma apocrifa, si dice che da aprile «abbiamo segnalato alla Segretaria di Stato vaticana e a tutte le gerarchie ecclesiastiche il comportamento intollerabile del signor Seccia». Seguono una serie di accuse - che a dire il vero paiono assai fantasiose - e di insulti al vescovo della diocesi si Teramo ed Atri.
L’accusatore - di cui pubblichiamo solo le iniziali, certamente false, Filippo D.A. - parla di omertà che regna nella chiesa. E per questo, sferra l’attacco finale: «Non avendo nulla da perdere avvisiamo che del signor Seccia ci occuperemo noi personalmente: qualunque cosa egli faccia ora... per lui è troppo tardi; pagherà a caro prezzo quanto ha fatto e sta tuttora facendo; lo colpiremo in modo esemplare, in modo che, anche da morto, impari che non si gioca con la vita delle persone». Parole di fuoco che, per quanto probabilmente infondate, fanno accapponare la pelle.
La busta, contenente due fogli, è stata spedita da Roma: porta infatti il timbro del Cmp di Roma-Fiumicino con la data del 4 gennaio 2013. L’indirizzo del quotidiano Il Centro, sulla busta, è scritto con un pennarello e con una grafia particolare, molto curata. I due fogli che compongono la lettera, invece, sono scritti al computer. I fogli sono datati 22 dicembre e sono indirizzati, questa volta, alla Segreteria di Stato Vaticano, palazzo Apostolico, Città del Vaticano.
Le indagini per identificare il “corvo”, chi ha scritto una lettera tanto pesante nei confronti del vescovo, sono in corso: sono state rilevate anche le impronte digitali sulla carta. Bisognerà accertare se proviene da un ambiente vicino alla curia o se è stata scritta da qualcuno totalmente estraneo, che però per qualche motivo ha sviluppato rancore nei confronti di Seccia. Tenendo sempre presente che chi scrive lettere anonime con contenuti del genere non può non avere problemi, quantomeno, psicologici.
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