L'inchiesta
Teramo, neonato morto: si indaga
Mamma all'ottavo mese inviata dall'ospedale di Atri a Pescara. I genitori presentano una denuncia e la procura fissa l’autopsia, indagato medico del San Liberatore. La salma sarà riesumata
TERAMO. E’ con la riesumazione di un corpicino che la procura indaga sulla morte di un neonato. Il fascicolo aperto dal pm Stefano Giovagnoni è la prima risposta alla denuncia di due giovani genitori teramani. Nel novembre del 2014 il loro primogenito è morto all’ospedale di Pescara tre giorni dopo la nascita avvenuta all’ottavo mese di gravidanza della mamma, una giovane donna di nemmeno 30 anni.
Da una prima ricostruzione, fatta attraverso le cartelle cliniche e i vari esami che il pm ha fatto sequestrare, sembra che il piccolo sia deceduto a causa di una infezione che non sarebbe stata diagnosticata dal medico dell’ospedale di Atri a cui la donna, sua paziente, si era rivolta e dal quale era stata inviata all’ospedale di Pescara. Ma sarà l’autopsia, fissata già per lunedì pomeriggio, a fare chiarezza sulle cause della morte. Per il momento il pm ha iscritto nel registro degli indagati il medico del “San Liberatore” con l’accusa di omicidio colposo: un atto dovuto in presenza di un accertamento irripetibile come l’autopsia che consente a tutti di poter nominare un proprio consulente per partecipare all’esame autoptico. Ma l’inchiesta, una volta ottenuti i risultati dell’autopsia, potrebbe prendere anche altre direzioni.
La denuncia è stata presentata qualche tempo fa dai genitori del piccolo (assistiti dall’avvocato Monia Terzilli) che ora chiedono di conoscere la verità sulla morte del loro primogenito. Secondo la loro versione nel novembre del 2014 la donna, arrivata all’ottavo mese di gravidanza, si presenta dal medico che l’ha seguita durante la gravidanza all’ospedale di Atri perchè lamenta alcuni problemi. Sempre secondo i due, il medico dice alla donna che deve andare all’ospedale di Pescara perchè lui non può fare niente. Una volta arrivati a Pescara, la donna viene ricoverata nel reparto di ostetricia e qui dopo due giorni partorisce il bimbo. Che muore dopo tre giorni dalla per una grave infezione. Infezione che, secondo l’accusa, non sarebbe stata diagnosticata ad Atri. Ora sarà l’autopsia a chiarire di che tipo e soprattutto a fornire una risposta su tutte: se il piccolo avrebbe potuto salvarsi.(d.p.)