Teramo, nuove crepe: scuola Lucidi chiusa per rifare i controlli
Fessura nel pavimento finora mai censita, costringe prima allo spostamento di due classi e poi alla sospensione dell’attività didattica. Verifiche sui solai, dureranno almeno fino a sabato
TERAMO. Una nuova fessura aperta nel pavimento al secondo piano della Noè Lucidi e la conseguente evacuazione di due classi ha riacceso ieri mattina le polemiche dei genitori e riattivato l'iter dei controlli. Il sindaco Maurizio Brucchi ha deciso nel pomeriggio di chiudere nuovamente la scuola almeno fino a sabato (l’ordinanza non dà un termine, ma recita “fino a nuove disposizioni”) per permettere ai tecnici di fare le verifiche statiche sui solai. Il provvedimento non rassicura i genitori, che anzi si dichiarano ancora più preoccupati visto che la fessurazione, visibile anche sul soffitto del piano sottostante, si è palesata dopo le verifiche che avevano consentito all'amministrazione di dichiarare agibile e riaprire la scuola. Le mamme dunque leggono in questa circostanza un segnale di allarme, indice di una sorta di approssimazione con la quale, a loro giudizio, sarebbero state effettuate le verifiche.
Eppure, secondo l'assessore ai lavori pubblici Franco Fracassa, quella fessurazione non risultava censita nella relazione tecnica rimessa dagli ingegneri che hanno effettuato alla fine di ottobre le verifiche sull'edificio, dunque a giudizio dell'amministrazione è lo sciame sismico di questi ultimi giorni che potrebbe aver modificato la situazione.
Di sicuro tra i genitori che ieri mattina hanno appreso che i bambini erano stati spostati nell'aula magna dell'edificio dopo lo sgombero delle due aule c’è stata grande apprensione. In molti, adunati davanti all'edificio, hanno manifestato in presenza della preside Lia Valeri il loro disappunto davanti all'edificio e si sono domandati anche come fosse stato possibile lasciar proseguire le attività della scuola dell'infanzia che insiste sotto i due piani interessati dalle verifiche. Il sindaco Brucchi, per assicurare nuovi e puntuali controlli ai solai, ha sospeso le attività didattiche sia della primaria che della materna, ma i genitori non si dicono affatto tranquillizzati. «Su questo edificio sono stati spesi 800mila euro di lavori per l'adeguamento sismico», hanno sbottato, «e dopo due settimane di chiusura siamo punto e a capo. Il problema è che questa scuola è datata e andrebbe chiusa. Molti di noi ancora non se la sentivano di rimandare i figli, adesso la situazione sarà esasperata. Senza considerare l'aspetto psicologico per i nostri figli». Le mamme dei bimbi che invece hanno proseguito le lezioni hanno lamentato il fatto che i figli erano intimoriti dalla presenza dei tecnici della Protezione civile. «Cose da terzo mondo», hanno detto, «non capiamo perché si voglia giocare con la sicurezza dei bambini e non accettare la nostra proposta di fare turnazioni in edifici più sicuri».
Va precisato che la cifra consistente spesa per i lavori di adeguamento della Lucidi riguardò solo il consolidamento delle pareti e delle strutture verticali, ma non dei solai. Quei lavori nella prima settimana di agosto, e quindi prima del terremoto di Amatrice, finirono nel mirino del comitato di quartiere De Albentiis secondo il quale la ditta incaricata dei lavori non avrebbe avuto i requisiti necessari. L'edificio, in quanto di valore storico, è infatti sottoposto a tutela architettonica e per questo i lavori andavano affidati a imprese specializzate. La ditta a cui fu assegnato l'appalto, stando a quanto segnalò il comitato di quartiere con tanto di esposto in Procura, non avrebbe avuto le caratteristiche richieste per operare sull'edificio che ospita la scuola e non avrebbe subito alcun controllo nonostante le segnalazioni.
Marianna De Troia
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