Teramo, nuovi ticket e solo visite-lampo al Mazzini

Il sindacato dei medici accusa: decine di pazienti saranno meno tutelati in ospedale, drasticamente ridotto l'utilizzo del day hospital e aumento delle spese per pagare i ticket

TERAMO. Debito della sanità azzerato, ma a quale prezzo? In questi giorni stanno venendo alla luce gli effetti delle disposizioni regionali, adottate dalla Asl. In sostanza è stato drasticamente ridotto l'utilizzo del day hospital. E questo comporta due ripercussioni per il paziente: il dover pagare il ticket, a volte anche doppio, per prestazioni prima gratuite e avere un'assistenza sanitaria di minor livello in quanto ora molte attività sono solo in ambulatorio.

A segnalare tutta una serie di disservizi che si ripercuotono sui pazienti - ma anche sul personale sanitario - è lo Smi, il Sindacato medici italiani, il cui segretario è Vincenzo Cipolletti. ‹‹I nuovi indirizzi che arrivano dalla Regione e che la Asl ha recepito minano il fondamento della medicina pubblica: la tutela del paziente in tutte le sue condizioni››, esordisce il sindacalista, che fa degli esempi per far capire di quale portata siano le ripercussioni sui pazienti, ‹‹ci sono manovre "cruente" come le biopsie prostatiche per sospetti tumori che prevedono 18-24 prelievi. In questo caso il paziente non ha più il comfort di un day hospital con infermiere e poltrona e la sicurezza di un monitoraggio successivo, ad esempio per vedere se ci sono complicanze come la fuoriuscita di sangue. Invece sarà seduto su una sedia e sarà in un ambulatorio affollatissimo in cui si fa di tutto, dalla cistoscopia all'ecografia, all'urodinamica. E se prima tutto era gratuito, adesso il paziente paga due volte, per la biopsia e per il referto istologico. Un altro esempio riguarda tutti gli interventi sullo scroto: prima si facevano in sala operatoria con ricovero ordinario, poi sono stati fatti in day hospital, ora in attività ambulatoriale. In questo caso il problema è il dolore: in ambulatorio si può fare solo un'anestesia locale non idonea e, cosa ancor più grave, senza anestesista. Così non si salvaguarda il paziente, tanto più oggi che si parla sempre più di ospedale senza dolore››.

Il sindacalista prevede che le nuove disposizioni, adottate per risparmiare, abbiano una sorta di effetto paradosso. ‹‹Oltre al danno la beffa››, incalza Cipolletti, ‹‹oggi l'imperativo è ridurre la mobilità passiva (l'esodo di pazienti in altre Asl, ndr): il paradosso è che il cittadino teramano nella struttura pubblica paga nuovi ticket per tutta una serie di prestazioni e non è tutelato, mentre se si sposta in una clinica privata ha tutto il comfort che vuole e non paga. Sarà poi la Asl a pagare la prestazione alla struttura privata››.

Questi disagi e discrasie non si verificano solo in urologia, ma in tutti i reparti. ‹‹Ad esempio in ginecologia vogliono spostare tutti gli interventi come la revisione cavità uterina o l'interruzione volontaria di gravidanza nella sola attività ambulatoriale, con indirizzo a fare l'anestesia locale››, aggiunge il sindacalista dello Smi, ‹‹disposizioni del genere riguardano tutti i reparti. Ma così la struttura pubblica viene meno al suo principale scopo: che il paziente non soffra e il medico sia messo in condizioni ottimali per eseguire l'intervento. Non si danno più livelli minimi di assistenza in nome del risparmio ma alla fine si finisce per finanziare le case di cura private, spendendo molto di più››.

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