Teramo, pazienti in fila 12 ore al pronto soccorso

Un solo ortopedico per emergenze e interventi, l'attesa diventa un calvario. Il racconto di Di Berardo: "Una bimba di Roseto è rimasta in coda dalle 9 fino all’ora di cena"

TERAMO. Hanno aspettato anche dodici ore nella sala di attesa del pronto soccorso. E' capitato sabato a chi ha avuto la sventura di doversi rivolgere all'ospedale per farsi curare. E' andata peggio a chi aveva bisogno delle cure del pronto soccorso ortopedico. Sabato pomeriggio era infatti in servizio un solo ortopedico, che doveva dividersi fra il pronto soccorso e la sala operatoria.

"C'era un solo ortopedico in servizio, che è dovuto andare in sala operatoria", racconta un paziente, Antonio Di Berardo, che sabato ha passato "solo" sette ore al pronto soccorso, "c'era gente arrivata di mattina al pronto soccorso per malanni che richiedevano l'ortopedico che è andata via alle 21, visto che questo è risceso al pronto soccorso alle 19,30. Ovviamente tutti hanno protestato. Abbiamo chiesto al personale che ci ha parlato di una grave carenza di organico, sia medico che infermieristico. Ho sentito l'ortopedico dire che era in servizio da 12 ore e che forse ne doveva fare altre".

Di Berardo, che è anche sindacalista del Sicet Cisl, ha infatti tentato di capire quali sono le ragioni di un simile disservizio. "Ho sentito un po' tutti e anche fra i pazienti l'opinione comune era che la responsabilità vera e propria è della Regione che non dà i soldi per le assunzioni. E ovviamente a rimetterci sono i lavoratori e i pensionati che pagano il servizio sanitario nazionale per poi ottenere servizi di questo genere".

Di Berardo è arrivato al pronto soccorso alle 15,30 di sabato, per forti dolori a un spalla, ed è uscito alle 22,30, dopo che gli sono state fatte le radiografie e una e puntura di antidolorifico. "Nulla da eccepire sulla professionalità degli operatori", aggiunge, "ma non si può costringere la gente ad aspettare tanto tempo. Si tratta di persone che non stanno bene, che sono doloranti, costrette a stare sedute per ore e ore".

Il paziente-sindacalista cita alcuni compagni di sventura: una bambina di Roseto in attesa dell'ortopedico dalla mattina alle 9, uscita dal pronto soccorso, con i genitori, alle 19. E una signora in attesa dalle 10,30 su una sedia a rotelle fino alle 20,30. "Si lamentavano tutti, c'era anche chi faceva notare che nessuno della Asl ha pensato a vedere se qualche paziente aveva una necessità, ad esempio pensare a distribuire bottigliette d'acqua. Eravamo tutti accalcati nella saletta d'attesa, con l'aria che col passare del tempo si faceva sempre più viziata. Se la prendevano tutti con la politica che non risolve questo problema. Non stiamo parlando di chissà quali prestazioni sanitarie, ma di un servizio di base. I cittadini pagano per un servizio che non ottengono".

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