in tribunale

Teramo, postino di 36 anni condannato per molestie

Corteggiò con troppa insistenza una collega. Ma cade l’accusa di stalking

TERAMO. Per lui è caduta l’accusa di stalking, che il giudice ha ridimensionato a molestie, ed è stato condannato a una multa di 500 euro. Si è conclusa così, almeno in primo grado, la vicenda giudiziaria di Antonio Cardamone, 63 anni, di Teramo, ex dipendente di Poste Italiane finito nei guai a causa del corteggiamento non gradito inflitto a una collega più giovane.

L'aveva conosciuta sul posto di lavoro. Ed anche se lei non lo aveva mai degnato di attenzione, lui si era innamorato. Così aveva iniziato a corteggiarla. Inizialmente in maniera gentile, educata. Cercando di farle capire il suo interesse con piccoli gesti. Ma di fronte alla totale indifferenza della donna ad un certo punto avrebbe deciso di cambiare strategia, iniziando a perseguitarla con telefonate, bigliettini, scritte sui muri, post-it lasciati sulla macchina, veri e propri appostamenti sotto casa. Tanto da farla sprofondare in un vortice d'ansia che alla fine l'aveva spinta a rivolgersi ai carabinieri. Una denuncia che ha fatto finire l'uomo a processo e che, prima ancora del rinvio a giudizio, ha spinto la magistratura teramana a infliggere al postino un provvedimento con cui gli si vietava di avvicinare la ex collega.

Cardamone, che era difeso dall'avvocato Paola Pedicone, nel processo che si è chiuso venerdì doveva rispondere di atti persecutori nei confronti della donna. Ma, in aula, l’accusa di stalking non ha retto alla verifica del dibattimento e il giudice monocratico Roberto Veneziano l’ha derubricata a quella meno grave di molestie, infliggendo all’imputato una pena solo pecuniaria. Il reato di atti persecutori, o stalking, prevede invece pene da sei mesi a cinque anni di reclusione.(red.te)

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