Teramo, raccolta di firme per cacciare Varrassi dall'Asl

Associazioni e sindacati chiedono a Chiodi di mandare via il direttore generale

TERAMO. “Varrassi sLoggia”. Slogan più significativo non si poteva scegliere per la raccolta di firme che inizia oggi dalle 9 alle 13 in piazza Martidi della Libertà e che vede accomunati partiti politici, associazioni e sindacati nella battaglia «per agevolare le dimissioni» del direttore generale della Asl». Sloggia dunque come “vai via” ma anche un riferimento alla presunta appartenenza di Varrassi - da lui smentita - a una loggia massonica.

La raccolta di firme. L’iniziativa è stata presentata ieri mattina proprio in piazza Martiri, mentre pochi metri più in là lo stato maggiore del Pdl firmava la petizione dei Radicali. E proprio a due esponenti di spicco del Pdl, al governatore Gianni Chiodi ma anche al sindaco Maurizio Brucchi, in qualità di presidente dell’assemblea dei sindaci, sarà indirizzata la raccolta di firme.

«La manifestazione di lunedì scorso sotto alla Asl era un’iniziativa dei pazienti dopo la cacciata di Vicentini», esordisce Valdo Di Bonaventura, consigliere comunale di Città di Virtù, «questa è un’iniziativa politica per chiedere risposte a Chiodi, che riteniamo responsabile di questa situazione. Si sta affossando la sanità teramana e quando Varrassi se ne andrà lascerà solo macerie. E’ ora che il governatore, che finora ha messo la testa sotto la sabbia, prenda posizione». Del comitato fanno parte anche Teramo 3.0, Teramo cambia, Il popolo di Teramo, il Pd, Sel, Rifondazione, la Fp Cgil, la Uil Spl, il blog I due punti, l’associazione consumatori "Robin Hood". Manola Di Pasquale, presidente regionale e consigliera comunale del Pd, critica Varrassi che ha pensato solo a sminuire la manifestazione «non ponendosi il problema se le sue scelte sono le migliori per il territorio e i pazienti». Secondo Di Pasquale la cacciata del docente universitario Carlo Vicentini dall’urologia teramana «nasconde una forma di ritorsione: in quel reparto si sono vissute situazioni non troppo felici che sicuramente hanno generato conflittualità». Il riferimento è alle due inchieste sull’urologo-politico del Pdl Corrado Robimarga. Anche Sandro Santacroce, consigliere comunale di Rifondazione ritiene che Varrassi debba andar via in quanto parte di «un comitato d’affari e di arroganza del potere». «Si sarebbe già dovuto dimettere dopo tutto quel che è accaduto e sta accadendo sia a livello gestionale che giudiziario. La sanità teramana ha bisogno di una svolta morale», aggiunge il coordinare provinciale di Sel Tommaso Di Febo. Il blogger Giancarlo Falconi segnala che ci sono tante cose che non vanno negli ospedali - ad esempio le carenze strutturali dell’ambulatorio per stomizzati - e invita la procura a farsi un giro per accertare le tante irregolarità. Il presidente di Teramo 3.0 Christian Francia fa un parallelo fra il caso Ruby e la cacciata di Vicentini: in entrambi i casi le motivazioni date, da Varrassi e Berlusconi, non sarebbero credibili.

Reparto senza una guida. Tutti concordano sul fatto che «è stato grave da parte di Varrassi sbeffeggiare i pazienti che hanno manifestato e privare del primario urologia senza pensare a chi stava aspettando di essere operato». Molti malati, infatti, non sanno che cosa fare e chi può si rivolge ad altre Asl. A questo riguardo il reparto è ancora senza responsabile: il vicario di Vicentini, Paolo Galassi, ieri per la seconda volta ha ribadito la rinuncia all’incarico.

Interrogazione dell’Idv. Intanto Cesare D’Alessandro, consuigliere regionale dell’Idv ha presentato un’interrogazione urgente a Chiodi sollecitandolo a prendere iniziative affinchè si «possa riesaminare la decisione assunta e confermare nel suo incarico il professor Vicentini, revocando ogni altro provvedimento assunto in contrasto».

©RIPRODUZIONE RISERVATA