Teramo, ricatto per la casa: chiesti 28 anni

A processo il rom Campanella, la moglie e due amici. Il pm chiede sette anni per ogni imputato

TERAMO. E’ una vicenda molto particolare e complessa quella per cui il pubblico ministero Stefano Giovagnoni ha chiesto sette anni di reclusione a testa per quattro persone, tutte accusate di estorsione, e per la quale la sentenza arriverà al termine dell’ultima udienza già fissata dal tribunale di Teramo al prossimo 16 maggio. Gli imputati sono il rom di Castelnuovo Vomano Italo Campanella, condannato a 11 anni per usura nel 2008, la moglie Barbara Rinolfi e due conoscenti dei coniugi Campanella, Elvis Belfiore e Pietro Gatti.

Al centro della vicenda c’è una casa di Morro d’Oro che anni fa la moglie di Campanella ha acquistato da una famiglia (madre e figlio) con la quale c’erano, da quello che è risultato durante il processo, una conoscenza di vecchia data e rapporti cordiali. A confermarlo ci sarebbe il fatto oggettivo che il preliminare di vendita – il cosiddetto “compromesso” – è stato redatto dall’avvocato della donna che vendeva. A un certo punto, però, Campanella scopre che sull’immobile grava un pignoramento da parte della banca Antonveneta per 135mila euro. Qui i rapporti si guastano, il rom alza i toni nei confronti della venditrice e dei familiari di lei e scatta, da parte della donna, una denuncia nella quale si sostiene che l’intera operazione di vendita dell’immobile è in realtà frutto di un’estorsione. «Campanella mi ha costretto a vendere con la forza, usando minacce e violenza», questa la tesi della parte offesa, che è stata sposata dal pm David Mancini (ora all’Aquila) e che ha portato a processo, oltre al rom, la moglie (autrice materiale dell’acquisto) e due suoi amici. Uno dei quali, ovvero Belfiore, in quella casa è stato in affitto.

La difesa di Campanella, rappresentata dall’avvocato pescarese Giancarlo De Marco, ha chiesto l’assoluzione evidenziando come l’affare immobiliare stesse andando avanti nella massima cordialità tra le due parti fino a quando Campanella non ha scoperto il pignoramento. Al massimo, sostiene la difesa, il reato può essere derubricato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. L’ultima parola ora tocca ai giudici.(d.v.)

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