in tribunale
Teramo, sequestra l’amante ballerina: industriale a giudizio
L’imprenditore è accusato anche di maltrattamenti: «Mi ero invaghito, sono stato solo un pollo da spennare»
TERAMO. Non nega. Perchè i sentimenti non si possono negare, nemmeno quando sei in un’aula di tribunale a difenderti dalle accuse di sequestro di persona e maltrattamenti della donna di cui ti eri invaghito, una ballerina di vent’anni più giovane. E allora l’imprenditore romano che a fine udienza finirà a processo racconta «che sì l’ho fatto, ma perchè avevo perso la testa, lei era diventata la mia amante e invece quella aveva trovato solo il pollo da spennare». E se nelle aule di giustizia c’è sempre un prima e un dopo, anche questa storia non fa eccezione. Così la racconta l’uomo al gup: «Ho una moglie, ma mi ero invaghito e non capivo più niente. Lei aveva vent’anni meno di me, ma stavamo bene insieme. In quel periodo eravamo una coppia da urlo. Almeno così pensavo. Ma invece, evidentemente era così solo per me. Quando ci siamo conosciuti mi ha detto che faceva la ballerina in un night-club, ma poi ho scoperto che in quel locale si facevano anche incontri nei privè tanto è vero che su questo ora c’è anche un processo in corso. E allora non ho capito più niente perchè cercavo delle spiegazioni e così ho fatto quello che ho fatto».
E quel giorno di un anno fa l’imprenditore romano di 50 anni le spiegazioni le cerca nella casa di Alba in cui la ragazza all’epoca abitava. Le cerca alzando le mani, schiaffeggiandola dopo averla chiusa a chiave nell’appartamento. E’ un sequestro di persona che va avanti per alcune ore, fino a quando la ragazza, aggredita e picchiata, riesce a dare l’allarme con il suo telefono cellulare. «Non lo nego», dice l’uomo nel corso dell’udienza preliminare quando decide di rilasciare dichiarazioni, «ma avevo perso la testa perchè ero geloso. Lei aveva tradito la mia fiducia, io ero innamorato ma lei mi ha solo usato, sfruttato, ero il pollo da spennare, quello a cui chiedere continuamente soldi. E questo mi ha fatto più male della denuncia».
L’uomo è indagato per maltrattamenti e sequestro di persona: la ragazza, schiaffeggiata e spintonata, dopo la “liberazione” venne medicata al pronto soccorso dell’ospedale e dimessa con una prognosi di dieci giorni. Gli atti d’accusa raccontano che quel giorno l’uomo, dopo aver tempestato di telefonate e sms la donna, si presentò nella sua abitazione e lei lo fece entrare. A lui bastarono pochi attimi per chiudere la porta a chiave e bloccare la giovane che venne picchiata e segregata in casa. Poi la denuncia, una misura cautelare e ieri il rinvio a giudizio. Perchè al termine dell’udienza preliminare il gup Giovanni de Rensis ha rinviato l’uomo davanti al tribunale in composizione collegiale con le pesanti accuse di sequestro di persona e maltrattamenti.(d.p.)
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