Teramo, si sono lasciati da 20 anni, ma lui continua a perseguitare la ex
Pensionato teramano di 77 anni non si rassegna alla fine della relazione: a processo per stalking dopo essere finito agli arresti domiciliari
TERAMO. La relazione sentimentale è finita da vent’anni, ma lui non si è mai rassegnato. E così un pensionato teramano di 77 anni ha continuato a perseguitare la ex mettendo insieme, in passato, procedimenti per minacce, vista l’assenza all’epoca del reato di stalking. L’anno scorso, però, dopo una nuova denuncia della donna, è finito agli arresti domiciliari e imputato in un processo la cui sentenza è attesa tra qualche giorno. Ieri nella penultima udienza davanti al giudice Franco Tetto sono state ascoltate la donna e la figlia di quest’ultima che, in aula, hanno raccontato gli anni di pedinamenti, appostamenti, paure. «Quest’uomo», ha raccontato la figlia, «da vent’anni ci rovina la vita».
E le accuse messe insieme nel decreto di giudizio immediato sono tante. «Dopo la cessazione della loro relazione sentimentale (risalente a circa vent’anni addietro) dalla metà di febbraio 2017 con condotte reiterate minacciava e molestava la donna causandole uno stato d’ansia che l’hanno portata a cambiare abitudini», si legge, «segnatamente si recava con frequenza quotidiana sotto la sua abitazione controllandone i movimenti, l’aspettava all’uscita del luogo di lavoro, la raggiungeva presso il posto di lavoro della figlia, l’abitazione della madre, l’avvicinava presso locali pubblici». Insomma, quelli che per il codice sono atti persecutori. «Mi seguiva ovunque, sotto casa, al lavoro», ha raccontato in aula la donna, che rispondendo alle domande di pm ed avvocato ha ripercorso quei mesi nei quali l’uomo l’avrebbe perseguita. Sul banco dei testimoni anche la figlia della donna: «Lo conosco da 20 anni, lui e mia madre prima erano molto vicini, poi lei ha troncato questa storia e lui ci ha rovinato la vita».
La donna costituita parte civile è rappresentata dall’avvocato Giannicola Scarciolla, l’anziano è difeso dall’avvocato Marco Sgattoni. Con i testi di ieri il giudice ha chiuso l’istruttoria dibattimentale. Si torna in aula la settimana prossima per requisitoria, arringhe e sentenza.(d.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
E le accuse messe insieme nel decreto di giudizio immediato sono tante. «Dopo la cessazione della loro relazione sentimentale (risalente a circa vent’anni addietro) dalla metà di febbraio 2017 con condotte reiterate minacciava e molestava la donna causandole uno stato d’ansia che l’hanno portata a cambiare abitudini», si legge, «segnatamente si recava con frequenza quotidiana sotto la sua abitazione controllandone i movimenti, l’aspettava all’uscita del luogo di lavoro, la raggiungeva presso il posto di lavoro della figlia, l’abitazione della madre, l’avvicinava presso locali pubblici». Insomma, quelli che per il codice sono atti persecutori. «Mi seguiva ovunque, sotto casa, al lavoro», ha raccontato in aula la donna, che rispondendo alle domande di pm ed avvocato ha ripercorso quei mesi nei quali l’uomo l’avrebbe perseguita. Sul banco dei testimoni anche la figlia della donna: «Lo conosco da 20 anni, lui e mia madre prima erano molto vicini, poi lei ha troncato questa storia e lui ci ha rovinato la vita».
La donna costituita parte civile è rappresentata dall’avvocato Giannicola Scarciolla, l’anziano è difeso dall’avvocato Marco Sgattoni. Con i testi di ieri il giudice ha chiuso l’istruttoria dibattimentale. Si torna in aula la settimana prossima per requisitoria, arringhe e sentenza.(d.p.)
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