Teramo: si spacciano per caldaisti e derubano gli anziani in casa 

Gli episodi in via Urbani e alla Cona. I truffatori riescono a portare via 800 euro e dei gioielli, uno si è presentato con la tuta da lavoro. La scusa: una fuga di gas segnalata nella zona

TERAMO. I tempi dei Palazzi non sono mai quelli della vita reale. E così mentre si attende l’approvazione della norma che inasprisce le pene per chi truffa gli anziani, i raggiri continuano con numeri da bollettino di guerra. Come quelli messi a segno di recente a Teramo. Prima ancora di quella dei falsi assicuratori entrati in azioni a San Nicolò (indagano i carabinieri), ci sono state quelle dei falsi caldaisti che nel giro di pochi giorni hanno raggirato e derubato due anziani. Il primo caso in via Urbani. Vittima una donna di 80 anni che mai e poi mai avrebbe immaginato che quell’uomo dal fare gentile entrato in casa con la tuta da lavoro e pronto a controllare la caldaia in realtà fosse un abile truffatore pronto a portarle via 800 euro da un cassetto della camera da letto senza che lei si accorgesse di nulla. Se non qualche ora dopo.
E sicuramente nessun sospetto avrà avuto il 75enne della Cona che qualche giorno prima del caso di via Urbani è stato derubato dall’uomo che si è presentato sempre come un tecnico della caldaia «intervenuto», ha detto, «per sistemare una piccola fuga di gas». Che però non c’era mai stata. Ma l’uomo è riuscito ad entrare nell’abitazione per controllare la caldaia sul balcone. Poi gli è bastato un attimo per intrufolarsi nella camera da letto dell’uomo e impossessarsi di gioielli per una valore di circa 500 euro. Anche in questo caso il colpo è stato scoperto qualche ora dopo. Sul primo indagano i carabinieri, sul secondo la polizia.
Indagini, come sempre succede in questi casi, che difficilmente potranno portare a risultati. Intanto dopo l’ok della commissione giustizia della Camera, la nuova legge è rimasta èferma al Senato, vittima dell’overbooking che ha strangolato i lavori in un finale di legislatura a ritmi forsennati. La nuova legge inasprisce le pene per chi si approfitta degli ultrasessantacinquenni e della loro condizione di debolezza, smarrimento o di difficoltà. Insieme alle sanzioni e alle pene più severe per chi compie reati di questo genere, viene introdotte una misura per contenere sul nascere il fenomeno: l’arresto in flagranza obbligatorio (oggi è falcoltativo).
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