Teramo, viene licenziato e tenta di estorcere soldi all’azienda
Voleva 50mila euro per non segnalare presunte irregolarità: teramano accusato anche di molestie all’imprenditore
TERAMO. È finito a processo con l’accusa di aver tentato di estorcere 50mila euro all’ex datore di lavoro minacciando di denunciare presunte irregolarità nella società, un’azienda di trasporto, a cominciare dalla manomissione dei dischi cronotachigrafi degli autocarri e di assunzioni irregolari.
L’uomo, un teramano di 51 anni, è imputato davanti al giudice monocratico Lorenzo Prudenzano oltre che con l’accusa di tentata estorsione con quella di molestie. Dopo l’udienza di ieri il processo è stato aggiornato a marzo per discussione e sentenza.
Secondo l’accusa della Procura l’uomo dopo essere stato licenziato «minacciava il legale rappresentante della società dicendogli che avrebbe denunciato alle autorità competenti la società per alcune irregolarità quali la manomissione dei dischi cronotachigrafi degli autocarri e l’irregolare assunzione di lavoratori pensionati qualora non gli fosse stata corrisposta la somma di euro 50mila a titolo di definizione bonaria delle controversie di lavoro con la stessa società».
Nel corso dell’udienza di ieri mattina è emerso che dai controlli fatti nella società dalle autorità preposte nel corso della vertenza di lavoro per il pagamento di alcune mensilità e di una quota del Tfr tutto era risultato in regola.
L’uomo è accusato anche di molestie perché, si legge sempre nel capo d’imputazione «molestava in più occasioni l’ex datore fermandolo per strada, dicendogli che gli doveva dei soldi, riprendendo con il suo telefono cellulare sia lui sia i dipendenti al lavoro». (d.p.)
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