Tercas, conto alla rovescia per l’ingresso di Creval

L’istituto lombardo punta al 35 per cento, imminente il via libera dei soci Tramontata l’ipotesi Pop Vicenza dopo il commissariamento di Banca Marche

TERAMO. Occhi puntati sulla Gazzetta ufficiale. La notizia attesa è quella della convocazione dell’assemblea dei soci del Creval, la banca di Sondrio che punta alla scalata della commissariata Tercas per diventarne socio di maggioranza relativa insieme con tre della quattro fondazioni delle casse di risparmio abruzzesi, Tercas, Caripe e Carispaq.

I soci del Credito valtellinese, banca del potente presidente Giovanni De Censi, ex membro del Consiglio di sovrintendenza dello Ior, starebbero per decidere una consistente ricapitalizzazione finalizzata all’acquisizione del 35 per cento del pacchetto azionario Tercas. Fonti autorevoli del mondo bancario lo confermano. L’avviso di convocazione dell’assemblea della banca viene reso noto mediante la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La stessa Fondazione Tercas, con una nota del presidente Mario Nuzzo, ha condiviso l’apertura al Creval nel patto di sindacato con le altre due fondazioni (Chieti, per ora, non ne farebbe parte). I sì all’ingresso dei lombardi del gruppo bancario più grande d’Abruzzo è infatti racchiuso in questa frase: «Condividere tale percorso anche con un partner industriale, in una relazione sinergica di quest’ultimo con le fondazioni abruzzesi». La sinergia che permetterebbe a Tercas di uscire, attraverso la ricapitalizzazione di 300 milioni di euro, da una tempesta perfetta cominciata a maggio del 2012 con il commissariamento da parte di Bankitalia, la cacciata del vecchio governo, presieduto da Lino Nisii e l’invio a Teramo del commissario Riccardo Sora.

Il conto alla rovescia è partito: settembre è il mese decisivo per l’operazione di salvataggio della cassa di corso San Giorgio. I rapporti tra quest’ultima e l’istituto dell’ex banchiere dello Ior (che di recente ha acquisito, inglobandola, Carifano) partono però da lontano, precisamente dal 14 novembre del 2007 quando Nisii e l’ex dg Tercas, Antonio Di Matteo, siglarono un accordo di collaborazione strategica con De Censi e il dg Miro Fiordi che approdò all’acquisizione dell’8 per cento della banca teramana da parte di Creval.

E’ invece definitivamente tramontata l’ipotesi B di scalata alla Tercas che vedeva protagonista la banca Popolare di Vicenza. Questa infatti ha preferito puntare su Banca Marche acquistandone 50 sportelli poco prima che, quattro giorni fa, l’istituto di Rainer Masera e del dg Luciano Goffi venisse commissariato dalla Banca d’Italia che ha inviato ad Ancona i commissari Giuseppe Feliziani, ex dg Carisbo ed ex responsabile di area Emilia-Marche-Abruzzo di Intesa San Paolo, e Federico Terrinoni, ex ispettore di vigilanza di Bankitalia.

Ma a settembre altri nodi arriveranno al pettine. E’ infatti fissata per martedì 10, davanti al Tar del Lazio, l’udienza per la sospensiva della maxi multa di 240 mila euro che la banca centrale di via Nazionale a Roma ha inflitto a Di Matteo.

Insieme con l’ex direttore generale di Tercas sono stati multati, subito dopo il commissariamento, i componenti dell’ex cda, l’ex presidente Nisii e l’ex collegio sindacale, per un totale di un milione e 680 mila euro per «mancanza di controlli interni e nell’organizzazione; nel governo, gestione e controllo del credito e infine per omesse comunicazioni all’organo di vigilanza».

Ma tra poco più di una settimana tutto questo castello di accuse può anche crollare.

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