Timbra ma non va al lavoro, tecnico licenziato dalla Asl Teramo
Giochetto col cartellino per risultare in servizio, l’azienda lo scopre e lo caccia. Quinto dipendente mandato via in un anno
TERAMO. E cinque. La Asl procede al licenziamento di un altro dipendente. Questa volta si tratta di un tecnico del servizio veterinario che si occupa di randagismo, Berardo Coruzzi, assunto alla Asl poco più di un anno fa. Ma la sua permanenza alle dipendenze dell’azienda durerà poco, visto che dal 1° dicembre sarà licenziato. La Asl peraltro ha girato tutta la documentazione, in particolare gli atti prodotti dall’ufficio procedimenti disciplinari, alla Corte dei Conti.
In sostanza dai documenti si evince che il veterinario, «per problemi di natura personale non ha preso servizio il 2 settembre scorso, giorno in cui avrebbe dovuto effettuare il turno pomeridiano dalle 13,30 alle 19,30. Tuttavia il dipendente, che non aveva lavorato nè timbrato il badge in entrata, si è recato sul posto di lavoro circa un’ora dopo la fine dell’orario di servizio per timbrare l’uscita alle 20,30 (come risulta dal riepilogo delle timbrature di settembre). Tale condotta, a giudizio della commissione disciplinare, indica gli estremi di una falsa attestazione della presenza in servizio con modalità fraudolente, in quanto risulta non avere altro scopo se non quello di farsi riconoscere la giornata lavorativa non effettuata attraverso la presentazione, in data 24 settembre 2016, della “dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà per mancata timbratura” con cui il Coruzzi ha attestato di non aver timbrato l’ingresso il 2 settembre alle ore 13,30 per “dimenticanza”».
L’importo relativo al danno patrimoniale ammonta a 78,46 euro per la giornata lavorativa, che verrà recuperato con una trattenuta nell’ultima busta paga. La Asl sta valutando anche di calcolare il danno all’immagine derivante da un eventuale “risalto mediatico” della notizia.
Il licenziamento è contemporaneo a quello di un altro dipendente della Asl, l’urologo Corrado Robimarga. Anche in questo caso sarà licenziato dal 1° dicembre. Responsabile dell'endoscopia urologica di Giulianova, prima in servizio nella divisione di urologia dell'ospedale di Teramo, ex assessore comunale, Robimarga è stato oggetto di un procedimento disciplinare parallelo a un processo, per cui è arrivata la sentenza definitiva: la Corte di Cassazione, confermando sostanzialmente quanto deciso in Appello, ha fatto cadere le accuse di peculato e di falsa attestazione della presenza in servizio con modalità fraudolente confermando il reato di truffa aggravata in danno della Asl e falso ideologico. In sostanza il medico è stato ripetutamente in una stanza fuori dal reparto per motivi personali senza “stimbrare” e ha usufruito di permessi retribuiti in qualità di assessore, ma per fini personali.
Ci sono però altri tre casi di licenziamenti avvenuti da un anno a questa parte: il pediatra Antonio Sciarra, ormai ex primario della pediatria di Sant'Omero, lo psicologo e sociologo Augusto Di Stanislao e l’autista Giovanni Lanci.
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