Tortoreto, il mistero di Giulia: nuovi accertamenti sui tabulati telefonici
Riprese le indagini sulla ragazza morta in A14: si punta sui cellulari dei tre indagati e di altre persone che l'hanno vista prima che precipitasse dal viadotto
TORTORETO. Non solo nuovi testimoni e altri sopralluoghi su quel cavalcavia, ma anche ulteriori accertamenti sui tabulati telefonici di alcuni dei tre indagati e delle persone informate sui fatti: perchè un’indagine deve spiegare tutti gli indizi, senza lasciarne fuori nessuno.
Si parte da qui per riscrivere la storia di Giulia, 19 anni e il sogno di andare a Londra, precipitata da un viadotto dell’autostrada A14 nel giorno del suo compleanno e dilaniata dalle auto. Dopo due anni e una richiesta d’archiviazione della Procura respinta dal gip, da qualche settimana sono iniziate le nuove indagini chieste dal giudice proprio per fare chiarezza sulla morte di Giulia Di Sabatino, la ragazza di Tortoreto il cui caso è finito più volte alla ribalta delle cronache nazionali. L’ipotesi di reato sostenuta dalla Procura è quella di istigazione al suicidio, mentre i genitori sin dall’inizio sostengono che Giulia sia stata uccisa. Gli investigatori, in questi giorni, stanno svolgendo un’attenta rilettura dei tabulati telefonici a caccia di contatti tra alcuni degli indagati e persone informate sui fatti. Con l’obiettivo di accertare o escludere eventuali altri scenari. Tra le richieste del giudice quelle di ampliare gli accertamenti sul brecciolino trovato sotto le scarpe della ragazza (già fatti con i Ris) e di verificare alcuni contatti telefonici tra la ragazza e i tre indagati. Si tratta del 25enne finito nelle cronache come l’uomo della Panda rossa, l’ultimo ad aver visto la ragazza viva e ad aver avuto un rapporto sessuale con lei quella notte; dell’uomo con lo scooter che quella sera le diede un passaggio e del ragazzo nel cui telefonino sono state trovate immagini osè della vittima quando lei era minorenne (quest’ultimo indagato per pedopornografia nell’inchiesta aperta dalla distrettuale antimafia dell’Aquila).(d.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Si parte da qui per riscrivere la storia di Giulia, 19 anni e il sogno di andare a Londra, precipitata da un viadotto dell’autostrada A14 nel giorno del suo compleanno e dilaniata dalle auto. Dopo due anni e una richiesta d’archiviazione della Procura respinta dal gip, da qualche settimana sono iniziate le nuove indagini chieste dal giudice proprio per fare chiarezza sulla morte di Giulia Di Sabatino, la ragazza di Tortoreto il cui caso è finito più volte alla ribalta delle cronache nazionali. L’ipotesi di reato sostenuta dalla Procura è quella di istigazione al suicidio, mentre i genitori sin dall’inizio sostengono che Giulia sia stata uccisa. Gli investigatori, in questi giorni, stanno svolgendo un’attenta rilettura dei tabulati telefonici a caccia di contatti tra alcuni degli indagati e persone informate sui fatti. Con l’obiettivo di accertare o escludere eventuali altri scenari. Tra le richieste del giudice quelle di ampliare gli accertamenti sul brecciolino trovato sotto le scarpe della ragazza (già fatti con i Ris) e di verificare alcuni contatti telefonici tra la ragazza e i tre indagati. Si tratta del 25enne finito nelle cronache come l’uomo della Panda rossa, l’ultimo ad aver visto la ragazza viva e ad aver avuto un rapporto sessuale con lei quella notte; dell’uomo con lo scooter che quella sera le diede un passaggio e del ragazzo nel cui telefonino sono state trovate immagini osè della vittima quando lei era minorenne (quest’ultimo indagato per pedopornografia nell’inchiesta aperta dalla distrettuale antimafia dell’Aquila).(d.p.)
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