Traffico di rifiuti, 4 indagati al Cirsu
Il sostituto procuratore Roberta D'Avolio firma gli avvisi di garanzia inviati a quattro dirigenti e amminisstratori del consorzio di racccolta rifiuti che raggruppa sei Comuni. Contestati i reati amministrativi e il traffico illecito di rifiuti provenienti da fuori regione
TERAMO. Quattro indagati per reati amministrativi e traffico illecito di rifiuti: la procura mette un punto fermo nell'inchiesta aperta sul Cirsu, il consorzio intercomunale per la raccolta rifiuti che raggruppa sei Comuni. Gli avvisi di garanzia, inviati a quattro dirigenti e amministratori (tra cui alcuni delle passate gestioni), portano la firma del sostituto procuratore Roberta D'Avolio, il pm che ha aperto l'inchiesta per verificare presunti reali ambientali e disporre accertamenti societari.
Le indagini sono state affidate alla Forestale. Tra le ipotesi di reato contestate dal magistrato ci sarebbe anche quella del traffico illecito di rifiuti, riguardante in particolare rifiuti provenienti da fuori regione che sarebbero stati smaltiti nell'impianto di Grasciano senza tutte le autorizzazioni necessarie. Potrebbe trattarsi, ma questa è solo una ipotesi, di rifiuti provenienti dalla Campania. L'inchiesta, avvolta da uno stretto riserbo, ha mosso già i primi passi e sembra che in questi giorni alcuni degli indagati siano comparsi davanti al magistrato su loro richiesta per essere interrogati.
Non è la prima volta che la procura teramana indaga sul Cirsu, il consorzio che raggruppa i Comuni di Giulianova, Roseto, Mosciano, Bellante, Notaresco e Morro d'Oro. Nel 2006 l'inchiesta del pm Davide Rosati portò al sequestro dell'impianto di Grasciano e al rinvio a giudizio di tre ex amministratori attualmente imputati in un processo in corso alla sezione distaccata del tribunale di Atri.
La sentenza, a quattro anni dal fatto e dopo decine di udienze, è attesa per la fine di giugno. L'indagine del pm D'Avolio sarebbe partita su segnalazione di alcuni reati ambientali, in particolare rifiuti stoccati in aree che non avrebbero potuto accoglierli e perdite di percolato e solo successivamente si sarebbe estesa anche ad altro. E, intanto, nei giorni scorsi la conferenza di servizio ha approvato il raddoppio della discarica di Grasciano, dando il via libera al progetto della Sogesa Spa di Notaresco (società operativa del Cirsu).
La discarica, che aveva avuto pochi giorni prima anche il via libera anche dal Comitato regionale Via, avrà una capienza di 485.000 metri e sarà prioritariamente adibita al conferimento di rifiuti urbani ed assimilati dei sei comuni del comprensorio Cirsu di quelli dell ambito territoriale ottimale della Provincia. La discarica, secondo le indicazioni emerse al termine della conferenza dei servizi, sarà a servizio delle attività del polo tecnologico di compostaggio del Cirsu. Inoltre potranno essere conferiti rifiuti speciali non pericolosi derivanti da attività imprenditoriali nei confronti di terzi della Sogesa Spa.
Una decisione, quella di approvare il nuovo impianto, che ha scatenato le proteste di alcune associazioni e gruppi politici.
Le indagini sono state affidate alla Forestale. Tra le ipotesi di reato contestate dal magistrato ci sarebbe anche quella del traffico illecito di rifiuti, riguardante in particolare rifiuti provenienti da fuori regione che sarebbero stati smaltiti nell'impianto di Grasciano senza tutte le autorizzazioni necessarie. Potrebbe trattarsi, ma questa è solo una ipotesi, di rifiuti provenienti dalla Campania. L'inchiesta, avvolta da uno stretto riserbo, ha mosso già i primi passi e sembra che in questi giorni alcuni degli indagati siano comparsi davanti al magistrato su loro richiesta per essere interrogati.
Non è la prima volta che la procura teramana indaga sul Cirsu, il consorzio che raggruppa i Comuni di Giulianova, Roseto, Mosciano, Bellante, Notaresco e Morro d'Oro. Nel 2006 l'inchiesta del pm Davide Rosati portò al sequestro dell'impianto di Grasciano e al rinvio a giudizio di tre ex amministratori attualmente imputati in un processo in corso alla sezione distaccata del tribunale di Atri.
La sentenza, a quattro anni dal fatto e dopo decine di udienze, è attesa per la fine di giugno. L'indagine del pm D'Avolio sarebbe partita su segnalazione di alcuni reati ambientali, in particolare rifiuti stoccati in aree che non avrebbero potuto accoglierli e perdite di percolato e solo successivamente si sarebbe estesa anche ad altro. E, intanto, nei giorni scorsi la conferenza di servizio ha approvato il raddoppio della discarica di Grasciano, dando il via libera al progetto della Sogesa Spa di Notaresco (società operativa del Cirsu).
La discarica, che aveva avuto pochi giorni prima anche il via libera anche dal Comitato regionale Via, avrà una capienza di 485.000 metri e sarà prioritariamente adibita al conferimento di rifiuti urbani ed assimilati dei sei comuni del comprensorio Cirsu di quelli dell ambito territoriale ottimale della Provincia. La discarica, secondo le indicazioni emerse al termine della conferenza dei servizi, sarà a servizio delle attività del polo tecnologico di compostaggio del Cirsu. Inoltre potranno essere conferiti rifiuti speciali non pericolosi derivanti da attività imprenditoriali nei confronti di terzi della Sogesa Spa.
Una decisione, quella di approvare il nuovo impianto, che ha scatenato le proteste di alcune associazioni e gruppi politici.
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