TERAMO

Tre super esperti per l’acqua del Gran Sasso

La Procura affida una maxi consulenza per conoscere il livello di sicurezza a  un geologo e due ingegneri che in passato si sono occupati anche delle contaminazioni nella Terra dei fuochi e della maxi frana di Sarno

TERAMO. Hanno cercato (e trovato) un perchè ai disastri della Terra dei fuochi e della frana di Sarno. Ora dovranno fare chiarezza sulla sicurezza del sistema Gran Sasso. E’ a tre super esperti di sistemi idrici e ambientali, già consulenti di diverse Procure, che i magistrati teramani si sono affidati per l’inchiesta aperta sull’emergenza acqua di qualche mese fa. Con un obiettivo: sapere, dopo aver messo insieme svariato materiale cartaceo, qual è il livello di sicurezza attuale. E’ questo, infatti, il quesito principale a cui i tre professionisti dovranno rispondere al termine di rilievi, sopralluoghi, valutazione dell’abbondante documentazione raccolta in questi mesi dai carabinieri del Noe su delega del pool di magistrati guidati dal procuratore Antonio Guerriero, per anni in prima linea proprio nella Terra dei fuochi.
IL QUESITO DELLA PROCURA. E’ nell’incipit del corposo quesito che i magistrati racchiudono ogni richiesta ai tre consulenti. Partendo da un dato certo: gli interventi di messa in sicurezza disposti dopo lo sversamento di quindici anni fa (il caso Borexino) dall’allora commissario straordinario Angelo Balducci. Si legge nell’incipit « se all’esito dei lavori eseguiti dal commissario i livelli di sicurezza delle infrastrutture e delle attività svolte all’interno del massiccio del Gran Sasso (centro di ricerca scientifica ed annesse gallerie di servizio, sistema autostradale, opere di captazione, raccolta e distribuzione di acque potabili nonchè tutte le altre opere e servizi connessi) siano o meno conformi agli standard imposti dalla normativa in materia ambientale ed igienico sanitaria relativa alla tutela della qualità delle acque e, comunque, tali da escludere l’esistenza di pericoli per l’ambiente e la salute umana».
I TRE SUPER ESPERTI. I consulenti nominati dalla procura sono un geologo e due ingegneri, tutti docenti universitari. Si tratta di Domenico Pianese, ordinario di costruzioni idrauliche e idrologia al dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’università Federico II di Napoli; di Sabino Aquino, geologo, esperto di rilievi idrogeologici e ambientali con vari incarichi all’università del Sannio e già componente della commissione per il monitoraggio delle frane avvenute nel territorio di Avellino tra il 1997 e il 1998, e di Vincenzo Belgiorno, ordinario di ingegneria sanitaria-ambientale all’università di Salerno, consulente della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. E’ probabile che già dopo la pausa ferragostana i tre consulenti inizino i primi sopralluoghi.
L’INCHIESTA. Il fascicolo aperto dalla Procura teramana sul caso acqua scoppiato a giugno ( è assegnato ai pm Davide Rosati, Stefano Giovagnoni e Greta Aloisi coordinati dal procuratore Guerriero) riunisce anche quello aperto dopo lo sversamento registrato a fine estate 2016 dal laboratorio di fisica nucleare. Infatti, dopo che ad agosto dell’anno scorso le analisi dell'Arta, avevano rilevato la presenza di diclorometano nell'acqua in valori inferiori ai limiti di legge per quel che riguarda le acque potabili ma superiori ai limiti per le acque sotterranee, sul tavolo della Procura erano arrivati diversi esposti diversi esposti. E da qui, dunque, la prima inchiesta. Nella nuova inchiesta sono entrati anche gli atti sul caso Borexino. Perchè l’obiettivo resta quello di accertare eventuali responsabilità penali ricostruendo la storia del sistema Gran Sasso. E’ in questo contesto s’inserisce l’inchiesta, poi conclusa con svariati patteggiamenti e oblazioni per gli allora vertici per gli allora vertici dell’istituto di fisica nucleare, scatta dopo che il 16 agosto del 2002 si verificò la sversamento dai laboratori di un ingente quantitativo di trimetilbenzene, sostanza chimica usata nell’esperimento del Borexino.
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